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ATTO 3
APERTURA SU:
EST. CORTILE CINTO DA MURA - GIORNO
Siamo all'interno di un vasto cortile chiuso. Il terreno è sabbioso e piatto, e il muro che lo circonda completamente è alto all'incirca tre metri, e costruito in solida pietra grigia. Dall'altra parte del cortile, soldati a coppie si stanno allenando con armi varie - spade, aste, giavellotti, asce da battaglia e mazze ferrate.
In mezzo, appoggiata ad un lato del muro si trova un'alta piattaforma di osservazione in legno con scale che la risalgono da ogni parte e una campana che pende da una corda legata ad un palo. In piedi sulla piattaforma, ci sono parecchi uomini rivestiti di armature più ornamentali di quelle indossate dai soldati sul terreno. Hanno l'aria di essere i comandanti.
Ad un'estremità del cortile c'è un pesante cancello di legno, che si apre per far entrare Xena, seguita da Lancillotto. Questi non sembra contento, e Xena ha in volto la sua classica espressione impassibilmente professionale mentre i suoi occhi dardeggiano intorno, abbracciando con lo sguardo la scena di fronte a lei.
XENA Bella organizzazione.
LANCILLOTTO (orgogliosamente) Fu un'idea di Re Uther e di Arthur questo tipo di addestramento.
Xena si ferma presso il muro, appoggiandovisi con fare distaccato. Lancillotto la imita, ma restando discosto dalla parete in una posa più rigida, ad una certa distanza dalla guerriera. Gli sguardi e le espressioni facciali ci suggeriscono che non è scattata esattamente una simpatia tra i due.
XENA Dimmi un po'. Qual'è la procedura?
LANCILLOTTO Si comincia a gruppi di otto, con quattro coppie di uomini che si affrontano. I vincenti di questi incontri si affrontano ancora in due coppie, dopodiché i vincitori combattono tra loro per determinare il vincitore del gruppo.
XENA Lasciami indovinare, poi si formano gruppi di otto tra i vincenti, e tutto ricomincia. E così via fino a quando non resta che un unico vincitore, che si guadagna qualche speciale privilegio.
LANCILLOTTO (in tono sorpreso) Be', sì, in effetti. Ma come fai a...?
XENA Ho già guidato eserciti. E usato io stessa questi sistemi.
LANCILLOTTO (in tono brusco) E i tuoi vincitori cosa ottenevano?
XENA (seccamente) La vita.
Gli occhi di Lancillotto si dilatano a queste parole, e Xena sogghigna malignamente.
XENA (proseguendo) Fregato. In realtà, si guadagnavano il diritto di sedere alla mia sinistra a cena, e venivano serviti per primi.
La sua espressione s'incupisce per un momento.
XENA (proseguendo, piano) Ma qualcuno dei perdenti non sopravviveva.
Cancellandosi la tristezza dal volto, si allontana dal muro con decisione. Si dirige al centro del cortile, salendo sulla piattaforma. Lancillotto la segue, trotterellandole dietro per mantenere il passo. Xena batte sulla spalla di uno dei soldati, che si volta con aria infastidita prima di accorgersi di chi si tratta. Immediatamente scatta sugli attenti, stringendosi al fianco un megafono.
SOLDATO Al tuo servizio, mia regina.
XENA Non sono la tua regina. Ma ho bisogno di questo.
Prende il megafono e va ai bordi della piattaforma, suonando la campana per attirare l'attenzione degli uomini.
Xena grida nel megafono.
XENA (proseguendo) Va bene. Ascoltatemi! Allineatevi tutti di fronte alla piattaforma.
Xena attende, annuendo in assenso, mentre gli uomini velocemente si posizionano in schiere ordinate davanti a lei.
XENA (proseguendo) Bene. Come tutti probabilmente saprete, ho preso possesso di questa...
Solleva Excalibur.
XENA (proseguendo) ... la notte scorsa. Ma prima che accetti di guidare quest'armata, devo sapere di che stoffa siete fatti. Voglio che completiate i vostri scontri finchè ne resteranno solo otto di voi. Poi mandate da me gli otto vincitori, e io li affronterò uno per uno.
Gli uomini mormorano tra loro, e tra i mormorii spicca chiaramente la parola "Excalibur". Molti degli uomini sembrano spaventati, e scrutano Xena con grande trepidazione.
LANCILLOTTO Ascolta. La maggior parte degli uomini sanno da anni di Excalibur, anche se pochi l'hanno vista. La sua leggenda è grande. Li hai terrorizzati. Se stai cercando di provare qualcosa, combatti con me. A parte Arthur, sono quello con più vittorie in questi incontri d'addestramento, per non parlare dei giochi che organizziamo una volta all'anno.
Xena si gira a guardarlo, squadrandolo dalla testa ai piedi. Finalmente, avanza fino a lui e lo fissa da molto vicino.
XENA Non sto cercando di provare nulla. Se dovrò guidare questi uomini, devo scoprire personalmente i loro punti di forza e le loro debolezze.
Torna verso un angolo della piattaforma, roteando più volte la spada nella mano.
XENA (proseguendo) Comunque, prima di affrontare loro, accetto la tua sfida.
Gira lo sguardo sui comandanti presenti sulla piattaforma.
XENA (proseguendo) Meglio che ci facciate spazio. Subito!
I comandanti tagliano la corda scendendo rapidi le scale, e andando a prendere posto davanti alle loro rispettive schiere. Tutti i soldati guardano in su, verso la piattaforma dove Xena e Lancillotto stanno per affrontarsi.
LANCILLOTTO (in tono sarcastico) In guardia, mia Lady.
Estrae la spada e i due avversari iniziano a muoversi in cerchio. Xena è nella sua tipica posa da combattimento, un sorriso in volto ed un luccichìo negli occhi. Tiene un braccio teso in avanti verso Lancillotto, reggendo Excalibur con l'altra mano, pronta all'attacco.
XENA (provocandolo) Vuoi combattere o danzare?
Il viso di Lancillotto si offusca di rabbia, e l'uomo fa la prima mossa, gettandosi in avanti con un fendente al tronco di Xena, che lo respinge facilmente, quasi disarmandolo.
XENA (proseguendo) E tu sei il migliore? Potremmo essere nei guai.
Lancillotto s'infuria ancora di più, e il suo volto diventa un modello di concentrazione. L'uomo la impegna in una serie di rapidi scambi, che Xena continua a respingere con facilità. Finalmente Lancillotto si scatena, e il combattimento inizia, mentre le loro spade si scontrano ancora ed ancora. Da principio, Xena appare quasi annoiata, lasciando che il suo avversario la spinga ad arretrare in tondo. Ma dopo qualche momento, improvvisamente balza in aria, e con una capriola atterra alle sue spalle, punzecchiandolo nel didietro con Excalibur. L'uomo si gira rapidamente.
XENA (proseguendo) Il gioco è finito, Lancillotto.
La guerriera prosegue nell'offensiva, costringendolo a curve sempre più strette per rintuzzarne gli assalti. L'uomo sembra incapace di prevederne la provenienza, dato che gli arrivano a volte sottoforma di fendenti che piombano dall'alto, a volte ai fianchi, e altre ancora a spazzare le caviglie, costringendolo a saltare per evitare che la lama gliele recida. La spada di Xena si muove ad una tale velocità da trasformarsi in una macchia indistinta, e lui non può fare altro per scansare i suoi colpi.
LANCILLOTTO (respirando affannosamente) Tu non sei una Lady.
XENA Da che cosa l'hai capito?
Si gira su sé stessa, colpendolo al ventre col pomolo della spada, poi girandosi nel verso opposto, gli assesta un calcetto. Facendo ruotare Excalibur, blocca la spada di lui e con una torsione del polso, lo disarma. La spada dell'uomo rotola lungo la piattaforma e Xena lo spinge in un angolo contro la balaustra, obbligandolo a piegarsi all'indietro, tenendogli Excalibur alla gola.
XENA (proseguendo, con un ghigno) Sembra che abbia trovato il mio lavoro ideale qui.
Si allontana, e voltando le spalle all'uomo, rimette Excalibur alla cintura, osservandola con rinnovato rispetto. Lancillotto si raddrizza, massaggiandosi la gola, anche se la lama non l'ha veramente toccato. Con un'occhiataccia, si riaggiusta l'armatura.
LANCILLOTTO (in tono di sfida) Tutti sanno che Excalibur è magica. Scommetto che non avresti vinto tanto facilmente senza di essa.
Xena s'immobilizza, poi si gira lentamente, fronteggiandolo con espressione gelida. Si toglie Excalibur dalla cintura, e la getta da parte sprezzantemente, mentre estrae la sua spada.
XENA Scommessa accettata.
Si dirige verso la spada abbandonata al suolo dell'uomo e calciandola con noncuranza sull'impugnatura, la fa schizzare per aria, prendendola al volo e facendola roteare prima di lanciargliela. Lancillotto riesce appena ad afferrarla, un po' goffamente, aggiustandosela poi nella mano. Appare totalmente sorpreso, poi si riprende, e mentre i due si affrontano, noi andiamo in...
STACCO SU:
INT. ATRIO DEL CASTELLO - GIORNO
Gabrielle entra, seguìta da Arthur e un paio dei suoi soldati. Vagano intorno, scambiando qualche parola con i presenti. Gabrielle cammina per la sala, esaminando alcuni arazzi appesi alle pareti. Arthur le sta al fianco.
GABRIELLE Sono magnifici.
ARTHUR Ti ringrazio. Appartengono alla nostra famiglia da generazioni.
Si guarda intorno.
ARTHUR (proseguendo) Stiamo ancora aspettando Galahad e pochi altri. Posso offrirti qualcosa, Lady Gabrielle? Acqua, o del vino, forse?
GABRIELLE Puoi chiamarmi soltanto Gabrielle, e no grazie. Xena ed io abbiamo appena fatto colazione. I miei complimenti al cuoco.
ARTHUR (annuendo cortesemente) Ti ringrazio, mi premurerò di comunicarglielo. Lui...
Arthur s'interrompe e guarda dalla parte opposta della sala dove Galahad sta facendo il suo ingresso. Le poche parti di armatura che ha indosso sono lucidate come specchi. La sua chioma è lunga, bionda e lucente, la camicia bianca e senza una grinza, accuratamente infilata in un paio di brache bianche perfettamente intonate. Praticamente risplende.
ARTHUR Ah, Galahad! Perdonami un momento, La… Gabrielle.
GABRIELLE Certamente.
Mentre Arthur accoglie Galahad sullo sfondo, Gabrielle va verso un tavolo laterale su cui si trova un unica grande coppa illuminata da una torcia. Il tavolo è ricoperto da un ricco velluto rosso, e l'unico oggetto che vi è posato sopra è la coppa, intagliata in legno scuro, con alcune scheggiature sul bordo.
GABRIELLE (proseguendo) Hmmmm. Chissà perché è esibita con tanta evidenza?
Solleva la coppa, restando a bocca aperta, quando questa si tramuta in oro nella sua mano. Con espressione cauta, vi scruta dentro. All'inizio appare colma di cupi cirri di nebbia, che però gradualmente si diradano, mostrandole scene di una bellezza da mozzare il fiato nei riflessi ora dorati del suo interno.
Dal lato opposto della sala, Galahad e Arthur stanno discutendo animatamente, quando Galahad nota Gabrielle e s'arresta bruscamente, spingendo Arthur da parte.
GALAHAD Il graal. No!
Attraversa di corsa la sala, agitando scompostamente le braccia.
GALAHAD (proseguendo, in tono agitato) Mia lady, devi posarlo. È sacro.
Gabrielle si gira a guardarlo, con espressione serenamente stupita. Scrolla la testa, ancora con la coppa in mano.
GABRIELLE Scusami? Mi dispiace, hai detto qualcosa?
Galahad continua a gesticolare, con il viso tutto arrossato.
GALAHAD Il graal. Mettilo giù subito, ti prego.
GABRIELLE Graal?
Fissa la coppa nelle proprie mani.
GABRIELLE (proseguendo) Vuoi dire questa?
La scuote distrattamente avanti e indietro, e Galahad annuisce risolutamente, tendendo la mani in avanti come pronto ad afferrare la coppa se l'avesse lasciata cadere.
GABRIELLE (proseguendo) È una delle cose più belle che abbia mai visto. Quando ho guardato dentro...
Scuote la testa, incapace di trovare le parole.
GABRIELLE (proseguendo) Nella mia patria, sono conosciuta come bardo ma non ci sono parole per descrivere quello che ho visto. Era una cosa talmente bella che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Mi dispiace se non avrei dovuto toccarla. È magica. Deve essere di Merlino. Ecco...
Delicatamente torna a posarla sul ripiano coperto di velluto. E mentre le volta le spalle, la coppa ritorna di legno con tutte le sue scheggiature comprese. Galahad non riesce neanche a parlare. I suoi occhi sono tondi come monete, e sembra quasi che gli fumino le orecchie.
GABRIELLE (proseguendo) Chiedo scusa. Avanti. Unisciti al tavolo con noi. La nostra riunione sta per iniziare.
Con un sorriso innocente, gli dà un buffetto sul braccio prima di dirigersi verso la tavola. Galahad prende con mano tremante la coppa e la solleva. Attende trepidante, ma niente accade. Con circospezione guarda dentro, ma tutto quello che vede è l'interno scorticato di un logoro utensile di legno atto a contenere bevande. Lo lascia cadere sul drappo di velluto e si copre il volto con le mani.
GALAHAD No. Spettava a me.
Sta quasi singhiozzando, e Arthur lo avvicina da dietro.
ARTHUR Galahad, sei piuttosto pallido.
La voce e le mani di Galahad tremano.
GALAHAD Il graal... l'ha toccato. Ha avuto le visioni. Erano mesi che mi preparavo, fin da quando è stato ritrovato. Digiunando e pregando, aspettando un segno che indicasse il mio momento di toccarlo, di guardare al suo interno e scrutare nei suoi grandi misteri. Ora è tutto... rovinato.
ARTHUR (con una risatina) Andiamo, Galahad. Certamente non crederai davvero a tutti quei vecchi miti. Magari la fanciulla stava solo esagerando. È solo una vecchia coppa di legno. Ma ora forse potrai andare avanti, e concentrarti sulla prossima battaglia. Stiamo quasi per iniziare la riunione. Unisciti a noi quando sei pronto.
Arthur batte una mano sulla spalla dell'amico e si avvia al tavolo.
GALAHAD (piagnucolando in silenzio) Ma... ma era diventato d'oro.
Al tavolo, Arthur e alcuni uomini stanno prendendo posto. Gabrielle scorge una sedia, riccamente decorata e imbottita di un bellissimo raso lucente, accanto alla quale siede Arthur.
GABRIELLE (tra sé) Immagino che questa spetti al comandante, e visto che Xena non c'è...
Tira a sé la sedia e vi si lascia cadere, guardando tutti gli altri presenti che la fissano a bocca aperta.
GABRIELLE (proseguendo, in tono perplesso) Che c'è?
Uno dei soldati dal lato opposto della tavola si china a bisbigliare al compagno, fuori portata dalle orecchie di Gabrielle.
PRIMO SOLDATO Si è seduta sul Seggio del Periglio, ed è sopravvissuta.
SECONDO SOLDATO Pensavo che fosse Galahad a possedere il cuore più puro a Camelot. Ma pare che sia stato appena destituito.
PRIMO SOLDATO (sogghignando) Sembra proprio così.
Si appoggia all'indietro, incrociando le braccia con aria soddisfatta.
PRIMO SOLDATO (proseguendo) Cominciavo a stancarmi di quel presuntuoso Sir Perfettino che fa il bello e il cattivo tempo con tutti. Bel colpo per la lady, dico io.
Si inchina con deferenza a Gabrielle, che, non avendo sentito quello che ha detto, si limita ad un leggero sorriso ed a chinare a sua volta il capo in risposta. Si gira a guardare Arthur.
GABRIELLE Sta succedendo qualcosa qui?
Arthur lancia un'occhiata a Galahad.
ARTHUR Ah. No. Va tutto bene, Gabrielle.
In quel momento, Galahad alza la testa e getta uno strillo indignato.
GALAHAD La mia sedia!
Corre alla tavola, fermandosi ad un passo da Gabrielle.
GABRIELLE Scusami. Ho preso la tua sedia? Mi sposto.
Fa per alzarsi, ma Arthur la spinge a rimettersi a sedere.
ARTHUR No. Non importa. Galahad può sedersi altrove.
GABRIELLE Non c'è problema. Devo solo...
Galahad allunga cautamente una mano a toccare uno dei braccioli decorati della sedia, e salta subito indietro scuotendosi la mano come se si fosse scottato.
GALAHAD Ahhhhhhh!
Prova a toccarlo di nuovo con lo stesso risultato. Arretrando guarda Gabrielle con orrore, poi fugge urlando dalla sala come impazzito.
GALAHAD (proseguendo) Noooooooo!!!!
GABRIELLE (borbottando) Diamine. È solo una sedia.
Scuote la testa mentre lo guarda andarsene, poi torna a rivolgersi agli uomini seduti alla tavola come se non fosse successo niente d'insolito.
GABRIELLE (proseguendo) Desideravo incontrarti, Arthur, insieme ai tuoi uomini di più alto rango. In questo momento Xena è con la tua armata e io parlo a suo nome. Prima che giungesse qui Xena, quando pensavi che saresti stato tu a governare Camelot, cosa vedevi per il tuo popolo?
Arthur sembra colto alla sprovvista, e poggia il mento sulle mani per un momento, perso nei suoi pensieri. Finalmente la fissa negli occhi.
ARTHUR Merlino vi ha parlato della spaccatura tra la nostra gente, delle fazioni religiose e delle lotte intestine?
GABRIELLE Sì, l'ha fatto.
ARTHUR Io voglio unire i seguaci delle nuove e delle vecchie credenze, insegnare loro a vivere insieme in armonia... a rispettarsi gli uni con gli altri. Io voglio che superino le loro differenze, e s'impegnino a lavorare insieme per il bene della nostra patria.
GABRIELLE (sorridendo) Va' avanti. Che mi dici dei Sassoni? Se li sconfiggerai in battaglia, cosa farai di loro?
ARTHUR Non ho intenzione di invadere le loro terre. I soldati comuni li rimanderò a casa dalle loro famiglie. Se qualcuno di loro vorrà unirsi al mio esercito, glielo concederò, dopo le debite verifiche. E riguardo ai loro capi, quelli che non hanno commesso crimini contro di noi, mi assicurerò che ricevano un giusto processo.
Gabrielle annuisce acconsentendo.
GABRIELLE Bene. Ora... se Xena guiderà i tuoi uomini in battaglia, e se vincerà, vuole un piano per l'immediato sulla condotta da tenere dopo la battaglia. Quello che intendi fare dei prigionieri e dei feriti, e come attuerai quelle stesse cose che hai appena menzionato. Mettiamo insieme le nostre teste, e pensiamo a questo piano.
Tutti si piegano in avanti, le voci che si uniscono in un mormorìo, e noi andiamo in...
STACCO SU:
EST. CORTILE CINTO DA MURA - GIORNO
Xena e Lancillotto stanno girando intorno l'una all'altro sulla piattaforma. Xena impugna la sua vecchia familiare spada e appare completamente a suo agio.
XENA (sogghignando) Volevi uno scontro leale? Eccoti accontentato.
LANCILLOTTO Basta chiacchiere, Xena, e finiamola con questa storia.
Ammutolendosi completamente, Xena lo scruta come una pantera che fissa la sua preda. Con un improvviso ringhio si lancia in avanti, passando all'offensiva e impegnandolo, le lame che cozzano ancora e ancora, e spingendolo verso la scala su un fianco della piattaforma. Lentamente lo costringe ad arretrare lungo i gradini, continuando il combattimento.
Raggiunti gli ultimi gradini, la guerriera fa un balzo, e con una capriola lo scavalca atterrando alle sue spalle. L'uomo si gira su sé stesso e lei torna ad attaccarlo, mentre le lame saettano ad una tale velocità da essere invisibili all'occhio, e Xena sposta il duello di fronte alla piattaforma, dove gli uomini possono assistere. Lancillotto sta sudando, Xena invece appare calma e gelida, chiaramente nel suo elemento e intenta a godersi il combattimento.
L'uomo comincia a vacillare, e i suoi colpi ad indebolirsi. Xena scorge un varco nella sua guardia, e ne approfitta facendogli saltare di mano la spada, che vola via, andando ad atterare a distanza di molti metri. Xena salta verso uno dei pali di sostegno della piattaforma, e spingendosi con entrambe le gambe, compie un'altra capriola nell'aria, per assestare un calcio al torace di Lancillotto, scaraventandolo a terra sulla schiena.
Poi atterra accanto a lui, piantandogli un piede sul petto. I suoi occhi hanno uno scintillìo selvaggio e lei solleva la spada a due mani, e con una sola rotazione la conficca nel terreno ad un pelo dalla testa dell'uomo.
XENA (sorridendo perfidamente) Soddisfatto?
LANCILLOTTO (in tono sottomesso) Sì, mia Regina.
Xena sembra considerare le sue parole, poi con una scrollata di spalle gli offre la mano. L'uomo la prende con un po' di diffidenza, tirandosi in piedi e ripulendosi. I soldati ancora in fila esplodono in un boato di ovazioni ed applaudono al loro presunto nuovo comandante.
XENA Ricordami di encomiarti con Arthur per la tua lealtà.
LANCILLOTTO (sorpreso) Eh?
XENA (piano) So quanto gli sei leale.
Lancia un'occhiata verso il cancello da cui sta entrando Gabrielle.
XENA (proseguendo) La tua devozione ad Arthur è ammirevole. Ma credimi, Lancillotto, noi stiamo dalla stessa parte. Non desidero prendere il posto di Arthur.
Lancillotto si inchina leggermente.
LANCILLOTTO Cercherò di ricordarmene d'ora in poi. Ehm, potresti mostrarmi come fai quella rotazione all'indietro con la tua spada?
XENA Certo. Più tardi.
Xena si allontana, dirigendosi verso Gabrielle. Gabrielle guarda lei, poi Lancillotto alle sue spalle, e scuote la testa.
GABRIELLE Gli hai fatto vedere chi è il capo, mi sembra.
XENA Ho solo cominciato. Cosa hai saputo da Arthur?
Gabrielle tende una mano verso di lei, ripulendole il viso da un po' di terra.
GABRIELLE Xena, Arthur ha il cuore al posto giusto. Ama il suo popolo.
XENA E i suoi consiglieri?
GABRIELLE Anche loro.
Appare un attimo pensierosa, e noi vediamo di nuovo un'immagine sovrapposta di Galahad che fugge via dalla sala.
GABRIELLE (proseguendo) Alcuni di loro sono un po' strani, ma sono brave persone, ed hanno solidi progetti su cosa fare dopo la battaglia. Xena, Arthur ha il potenziale per costruire una grande e pacifica nazione. Me lo sento.
XENA Da quel che ho visto del suo esercito, è più o meno lo stesso. Uomini onesti... buoni combattenti, leali e pronti a seguire il loro comandante in battaglia.
Si scambiano un lungo sguardo, e Gabrielle le posa una mano sul braccio.
GABRIELLE Sarai tu quel comandante?
XENA (annuendo appena) Sì. Prima finiremo tutto questo, prima torneremo a casa.
Gabrielle accarezza il braccio di Xena con il pollice.
GABRIELLE E la morte in battaglia?
XENA Ci arriveremo. Prima, ho promesso a questi uomini qualche altro allenamento.
GABRIELLE (in tono esasperato) Xena, devi parlare con Merlino. Sei stata qui tutta la mattina.
Si ferma, davanti al sorriso disarmante di Xena.
GABRIELLE (proseguendo, rassegnata) Va bene. Ma dobbiamo parlare a Merlino.. Dirgli quello che abbiamo deciso.
Merlino appare in un lampo di luce crepitante e avanza verso di loro, mentre i soldati commentano eccitati la sua apparizione.
MERLINO Non c'è bisogno. Ho sentito tutto. Xena...
Le si avvicina, appoggiandosi al suo bastone.
MERLINO (proseguendo) Sarebbe meglio cancellare gli allenamenti e concentrarsi sulla battaglia. I Sassoni si stanno raggruppando, anche mentre parliamo.
Gabrielle passa la mano sotto il braccio di Xena, mettendosi accanto a lei con aria preoccupata. Lo sguardo della guerriera scende su di lei, e Xena le carezza il viso con le dita dell'altra mano.
XENA (con voce morbida) Una sola battaglia, Gabrielle, e potremo tornare a casa.
GABRIELLE Prometti?
XENA Prometto.
GABRIELLE Io sarò là al tuo fianco, lo sai.
XENA Non vorrei nessun altro.
In silenzio, vanno verso il cancello, seguite da Merlino. Xena lo apre e guarda fuori verso...
STACCO SU:
EST. PANORAMICA SUL MARE - GIORNO
Immediatamente fuori dal cancello c'è una scogliera, e sotto di essa il litorale. Xena si sporge a guardare le onde che si infrangono sulla costa, poi fissa lo sguardo sul mare.
XENA (piano, tra sé) Sempre un'altra battaglia.
DISSOLVENZA.
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FINE DELL'ATTO 3
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