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ATTO 2

 

APERTURA SU:

 

EST. PATIO DELLA LOCANDA - SERA

 

Le persone sedute a cena sono cambiate, ma l'ambiente è rimasto lo stesso. La delicata musica d'arpa si diffonde dolcemente nell'aria mischiandosi ai suoni delle conversazioni sommesse e al rumore di posate che tintinnano su fragili piatti di porcellana.

 

Xena e Gabrielle, lavate di fresco e dall'aspetto assai più rilassato, siedono ad un tavolo in un angolo tranquillo, sotto lo sfarfallìo di un candeliere la cui luce danza sui loro volti. Un uomo vestito di un bianco immacolato si avvicina al loro tavolo disponendovi sopra con professionale disinvoltura cibi e bevande.

 

Completato il suo compito, il cameriere sorride, accenna un breve inchino e le lascia alla loro tranquillità.

 

Gabrielle immediatamente inizia a mangiare di gusto, e i suoi occhi si levano al cielo in un'espressione di pura delizia.

 

GABRIELLE

(mugolando)

Oh, Xena, questi

sono i Campi Elisi.

 

Xena assaggia un po' di quello che ha nel piatto.

 

XENA

Niente male.

 

 

Gabrielle la guarda.

 

Xena sogghigna.

 

Poi in piacevole silenzio, le due donne si dispongono a godere del banchetto apparecchiato davanti a loro.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. PATIO DELLA LOCANDA - TARDA SERATA

 

Gustandosi l'ultimo boccone di un dolce favoloso, Gabrielle spinge leggermente indietro la sedia e si appoggia allo schienale, accarezzandosi soddisfatta il ventre pieno. Xena le lancia un'occhiata, sorridendo.

 

XENA

Stai bene?

 

 

GABRIELLE

Se stessi meglio di così, sarei da

raccogliere da terra col cucchiaino.

Xena, questo deve essere il miglior

pasto che io abbia mai fatto.

E io ne ho fatti un sacco!

 

 

XENA

(ironicamente)

Ma non mi dire.

 

GABRIELLE

(sorridendo compiaciuta)

Eccome se te lo dico.

 

Le palpebre di Gabrielle ricadono, e lei, insonnolita, sazia e contenta, si lascia trasportare sull'onda della musica e delle indistinte conversazioni che la circondano. In una vita spesso frenetica, accoglie con piacere i momenti di tranquillità quando capitano.

 

Xena la osserva dall'altra parte del tavolo, con un sorriso gentile ed amorevole in volto.

 

Un attimo dopo, un movimento attira il suo sguardo, e lei si volta in quella direzione, scorgendo Andros in piedi sul lato ovest del raffinato portico della Locanda, intento a fissare la luna nascente, il viso tirato e che sembra invecchiato di dieci anni da quando l'ha visto per la prima volta.

 

Con espressione pensierosa, Xena si alza dal tavolo e girandoci intorno si porta vicino a Gabrielle. Gabrielle apre gli occhi. Lei le sorride.

 

GABRIELLE

Ehi.

 

XENA

Ehi a te. Vado a

controllare una cosa.

Torno subito.

 

Gabrielle segue con lo sguardo il cenno che Xena fa con la testa verso Andros, ancora impegnato a fissare il cielo. Fa per alzarsi a sua volta.

 

GABRIELLE

Vado a...

 

XENA

No. Posso pensarci io. Tu resta

qui a rilassarti. D'accordo?

 

Xena stringe la spalla di Gabrielle. Gabrielle posa la propria mano su quella di Xena e sorride. Sedotta da quel sorriso, Xena si china su di lei e le posa un lieve bacio sulla guancia.

 

GABRIELLE

Va bene.

 

XENA

Torno subito.

 

STACCO SU:

 

EST. PORTICO - NOTTE

 

Andros se ne sta in un angolo buio, ad osservare la luna che si sta levando sulle basse colline. Improvvisamente avverte una presenza alle sue spalle e quasi schizza fuori dai suoi calzari quando si volta per trovarsi faccia a faccia con la Principessa Guerriera stessa.

 

ANDROS

Oh...!

Mi hai spaventato.

(pausa)

Va tutto bene? Qualcosa non è

di tua soddisfazione?

 

XENA

Va tutto benissimo.

 

ANDROS

Oh. Bene, ottimo. Sono lieto di

sentirlo. C'è... qualcosa che

posso fare per te?

 

XENA

Potresti cominciare col

raccontarmi che cosa stai

cercando di nascondere.

 

 

Andros spalanca gli occhi.

 

ANDROS
Nascondere? Xena, te lo assicuro,

non sto nascondendo niente.

 

Lentamente, Xena incrocia le braccia. Un sopracciglio le si inarca.

 

ANDROS

(proseguendo)

Te lo giuro.

 

L'uomo esita sotto lo sguardo fisso di Xena.

 

ANDROS

(proseguendo)

S-solo pensieri privati, come

quelli di tutti. Ti prego, desidero solo

che vi godiate il vostro soggiorno qui.

 

XENA

Be' vedi, è proprio questo il mio

problema, Andros. Tu stai nascondendo

qualcosa, e questo mi dà i crampi allo

stomaco. E quando ho i crampi allo

stomaco, io non riesco a rilassarmi.

E se non riesco a rilassarmi...

 

Un silenzio carico di tensione cade fra loro, finché Andros crolla le spalle.

 

ANDROS

Tu conosci Ikos.

 

XENA

È un'isola vicino a Creta.

Un paradiso per signori della

guerra, pirati e feccia varia.

 

ANDROS

La mia famiglia è laggiù.

 

XENA

Mm.

 

ANDROS

Mia moglie e le nostre due

giovani figliole. Sono state

catturate dai pirati e trattenute

laggiù contro la loro volontà.

 

XENA

Cosa è successo?

 

Come improvvisamente prosciugato delle sue energie, Andros si appoggia ad una delle colonne corinzie con la testa a toccare il freddo marmo.

 

ANDROS

Due mesi fa, abbiamo iniziato ad

avere problemi con i pirati in questa

città. Specialmente quello che si fa

chiamare Igor il Nero. Di solito, anche

i peggiori pirati si tengono a distanza

dai centri abitati, ma questi si inoltrano

nell'interno, minacciando i cittadini e

causando un mucchio di problemi.

(pausa)

Noi abbiamo una milizia qui, molto

capace nel suo lavoro, ma anche

loro sono stati sopraffatti.

 

XENA

Vai avanti.

 

 

ANDROS

Proprio allora mia moglie ricevette un

messaggio che diceva che sua madre

si era ammalata senza speranza. Pensai

che fosse meglio mandare lei e le nostre

figlie a visitarla. Credevo che questo le

avrebbe tenute al sicuro.

 

XENA

Ma non fu così.

 

ANDROS

No. Avevo mandato cinque dei miei

uomini più fidati a proteggerle. Ne è

tornato uno solo. Quasi morto. Era

stato picchiato, pugnalato, e incaricato

di consegnarmi questo messaggio.

 

Frugando nelle pieghe della sua veste, Andros ne estrae una pergamena sporca di sangue e consunta dal lungo uso, consegnandola a Xena.

 

Srotolando la pergamena, Xena legge il messaggio sintetico che contiene. I suoi occhi si dilatano leggermente all'entità del riscatto richiesto. Dopo un momento, solleva gli occhi, incontrando lo sguardo fisso di Andros.

 

XENA

Puoi permetterti di pagare

quanto chiedono?

 

ANDROS

(in tono deciso)

Xena, la mia famiglia è ciò che

ho di più caro al mondo. Pagherei

a quei rifiuti del mare il loro maledetto

denaro anche se dovessi per questo

vendere tutto quello che possiedo e

rubare il resto. Non c'è nulla che non

farei pur di vederle tornare. Nulla.

 

XENA

Allora qual'è il problema?

 

ANDROS

Consegnarlo. Non c'è un comandante

di nave onesto che si avvicinerebbe a

quell'isola, qualunque somma offrissi.

E quelli che accetterebbero... be', non

vedrei mai più né il mio denaro

né la mia famiglia.

 

XENA

Capisco quello che vuoi dire.

 

ANDROS

Mi hanno dato tre giorni per

consegnare il riscatto. Possiedo

una piccola imbarcazione da diporto

con cui penso di salpare io stesso per

Ikos. Almeno sarò vicino a loro, anche

se il mio piano non funzionasse. Ma

è tutto quello che posso fare.

 

XENA

(in tono riflessivo)

Forse no.

 

Andros la guarda, confuso.

 

ANDROS

Mi è sfuggito qualcosa?

 

Xena ha un lieve sorriso, più un rapido fremito delle labbra che altro.

 

XENA

Non esattamente. Forse io

e Gabrielle potremmo aiutarti.

 

 

ANDROS

Cosa? No, Xena. No.

Non potrei mai chiedere...

 

XENA

Non sei tu a chiederlo.

Sono io mi che mi offro.

 

ANDROS

No. No. Ti ringrazio.

Ma no. Non potrei proprio...

 

XENA

Come ho detto, mi offro io.

 

Xena sorride. È il sorriso di un predatore, denti di un bianco immacolato e occhi lampeggianti. Nel vederlo, Andros deve fare uno sforzo per trattenere un brivido lungo la schiena.

 

XENA

(proseguendo)

Lasciami parlare con

Gabrielle. Ti faremo sapere

qualcosa domani mattina.

 

ANDROS

Ma...

 

XENA

Buonanotte, Andros.

 

E con queste parole, Xena se ne va, lasciando l'uomo ad osservarla, con le idee completamente confuse, ma per la prima volta anche un briciolo di speranza.

 

STACCO SU:

 

EST. PATIO - NOTTE

 

Gabrielle guarda Xena tornare, capendo dalla rigididità dei lineamenti nel suo volto che deve essere appena successo qualcosa d'interessante. Le sorride, mentre Xena si avvicina al tavolo mettendosi accanto a lei.

 

GABRIELLE

Ci hai messo più di quanto pensassi.

 

 

XENA

(distrattamente)

Sei pronta a salire in camera?

 

GABRIELLE

Hai intenzione di dirmi

di cosa avete parlato?

 

XENA

Certo.

 

GABRIELLE

Allora sono pronta.

 

XENA

Andiamo, dunque.

 

STACCO SU:

 

INT. STANZA DA LETTO - NOTTE

 

Avvolta in vesti di seta fornite dalla Locanda, Gabrielle siede sul confortevole letto. Il copriletto di piuma steso sulle gambe, osserva Xena che ritualmente si sveste delle armi e dell'armatura.

 

Quando è giunta alle sue vesti di pelle, Gabrielle batte la mano sul letto e Xena accetta prontamente l'invito. Monta sul gigantesco letto e scivola verso Gabrielle, distendendosi accanto a lei. I loro corpi si adagiano l'uno contro l'altro in tutta la loro lunghezza, dalle spalle ai fianchi fino alle caviglie, in un'intima confidenza.

 

GABRIELLE

Allora. Dimmi. Cosa avevate

voi due da conversare

tanto fittamente?

 

 

Con un leggero sorriso, Xena appoggia la testa contro la parete.

 

XENA

La famiglia di Andros è stata

rapita da una banda di pirati.

 

Scioccata, Gabrielle si alza a sedere, girandosi a guardare Xena.

 

GABRIELLE

Xena, ma è orribile!

Sono... sono ancora in vita?

 

XENA

Non lo so. Sono tenute prigioniere

sull'isola di Ikos. C'è stata una

richiesta di riscatto.

 

GABRIELLE

Santi numi. Quel posto è orrido!

Mio padre ci minacciava sempre,

Leuca e me, di mandarci laggiù,

quando facevamo le cattive.

 

Ora è la volta di Xena di apparire scioccata.

 

XENA

Che bravo padre.

 

GABRIELLE

Già, be'...

 

 

Si stringe nelle spalle.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Può permettersi di pagare il riscatto?

Certamente sembra abbastanza ricco.

 

XENA

Può permetterselo.

Non è quello il problema.

 

GABRIELLE

Allora qual'è?

 

XENA

Non trova nessuno che sia

disposto a consegnare il denaro.

Nessuno di cui fidarsi, almeno.

Sta progettando di partire

lui stesso domani.

 

GABRIELLE

Xena, non possiamo lasciarglielo fare!

È un commerciante, non un guerriero!

Gli porteranno via il denaro del riscatto

e la sua famiglia morirà comunque!

 

XENA

Lo so.

 

GABRIELLE

Bene, presumo che tu gli

abbia detto che lo aiuteremo.

 

XENA
Infatti.

 

Gabrielle sorride.

 

GABRIELLE

E qual'è il piano?

 

XENA

(sogghignando)

Cosa ti fa pensare

che te lo dirò?

 

 

Levando gli occhi al cielo, Gabrielle punzecchia il seno di Xena con la punta dell'indice.

 

GABRIELLE

Farai meglio a dirmelo, invece.

 

XENA

Altrimenti?

 

GABRIELLE

Xena...

 

Alzando le mani, Xena si arrende con relativa facilità.

 

XENA

C'è un'insenatura a nord di qui.

Le navi pirata spesso vi si fermano

per scaricare il loro bottino. C'è tutto un

reticolo di caverne al suo interno dove

possono nascondere la loro roba

finché la costa non è sicura.

 

GABRIELLE

E tu questo come lo sai?

 

Un sopracciglio si solleva.

 

XENA

Sono stata una pirata una volta, ricordi?

 

 

GABRIELLE

(scherzosamente)

Oh, sì. Come ho potuto

dimenticarlo? E il piano?

 

XENA

(in tono casuale)

Be', ho pensato che potremmo

dirigerci là domani mattina, esplorare

l'area, e al momento giusto, catturare

una nave pirata con tutto l'equipaggio

e salpare per Ikos.

 

Gabrielle la fissa come se pensasse che la sua compagna abbia preso una botta di troppo in testa.

 

GABRIELLE

Catturare...

una nave pirata.

 

XENA

Mm. Hm.

 

GABRIELLE

Pirati. Intendi pirati come quelli

con uncini come braccia, gambe di

legno, e bende nere sull'occhio?

 

XENA

Già.

 

GABRIELLE

Coltelli tra i denti, spade da tutte

le parti e passeggiate sull'asse

di legno, quel tipo di pirati?

 

XENA

Mm. Hm.

 

GABRIELLE

Tu ed io. Contro un'intera

nave carica di pirati.

 

 

XENA

Già.

 

Gabrielle esibisce un largo sorriso.

 

GABRIELLE

Bel piano!

 

Xena non può evitare di lasciarsi sfuggire la risata che stava trattenendo, prendendo tra le braccia Gabrielle.

 

XENA

Ti ho detto ultimamente

quanto ti amo?

 

Gabrielle finge di rifletterci per un momento.

 

GABRIELLE

Non saprei. Forse dovresti

rinfrescarmi la memoria.

 

Girandole appena la testa, Xena abbassa la propria finché le loro labbra si incontrano in un bacio che rapidamente si approfondisce in un'inebriante passione. Quando finalmente si separano, entrambe hanno il respiro affannoso.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Caspita! Così tanto?

 

Xena sorride.

 

XENA

Oh no. Molto di più.

 

 

Si sorridono l'un l'altra come istupidite dalla felicità per un lungo momento. Poi...

 

GABRIELLE

Xena?

 

XENA

Sì?

 

GABRIELLE

Se questa sarà la nostra ultima

notte sulla terraferma per un po'...

 

XENA

Sì?

 

GABRIELLE

Rendiamola indimenticabile.

 

Xena, sorridendo anche più ampiamente, attira Gabrielle a sé.

 

XENA

(sussurrando)

Yo. Ho. Ho.*

 

STACCO SU:

 

INT. STANZA DA LETTO - MATTINO

 

Gabrielle entra nella stanza, le braccia cariche di un'alta pila di abiti e si blocca di colpo, spalancando gli occhi per lo stupore e l'ammirazione.

 

Davanti a lei, c'è Xena. Vestita di una fluente camicia che si restringe sugli avanbracci e sul torace, una fascia di un rosso vivace che le avvolge la vita, e un paio di calzoni stretti di pelle nera, appare a Gabrielle come un sogno. Una sciabola dall'impugnatura elaborata le pende da una cintura in vita, dei coltelli sono infilati nei bordi superiori dei suoi stivali neri e lucidi, e i capelli le ricadono sciolti e selvaggi sulle spalle.

 

 

GABRIELLE

Accidenti.

 

Sorridendo compiaciuta, Xena spalanca le braccia.

 

XENA

Ti piaccio?

 

 

GABRIELLE

Penso che dovresti tenerli

dopo che sarà tutto finito.

 

XENA

Tu dici, eh?

 

GABRIELLE

Oh sì.

 

Ridacchiando piano, Xena si avvicina a Gabrielle.

 

XENA

Allora, che cosa hai qui?

 

GABRIELLE

L'occorrente per il mio

costume da pirata... credo.

 

XENA

Vediamo.

 

Tastando i tessuti di seta dalla pila che Gabrielle tiene tra le braccia, Xena sorride.

 

XENA

(proseguendo)

Sì, penso che andranno

benissimo.

 

STACCO SU:

 

INT. STANZA DA LETTO - UNA TACCA DI CANDELA DOPO

 

A bocca aperta, Gabrielle, sta in piedi di fronte ad uno specchio appoggiato in un angolo della grande stanza. La parte superiore del suo corpo è avvolta in svariate quantità di sete variopinte che sembrano tenersi su sfidando ogni legge di gravità. In realtà sono assai più sicure di quanto appaia, e le consentiranno di combattere senza doversi preoccupare di ritrovarsi nuda, ma ai suoi occhi l'effetto d'insieme è piuttosto... diverso. La parte inferiore si presenta notevolmente più coperta, e le sue armi sono a portata delle mani, eppure...

 

 

Dopo numerose false partenze, riesce finalmente a ritrovare la voce.

 

GABRIELLE

Xena?

 

XENA

Mm?

 

GABRIELLE

Tu sei un pirata, giusto?

 

XENA

(in tono strascicato)

Sì...

 

GABRIELLE

E io... cosa dovrei

essere, esattamente?

 

 

Venendole da dietro, Xena le passa un braccio intorno alla vita e l'attira strettamente a sé.

 

XENA

Tu sei il tesoro più

prezioso del pirata.

 

GABRIELLE

Vuoi dire che faccio

parte del bottino.

 

Xena si discosta appena solo per esaminare la parte in questione del corpo di lei, avvolta nella seta.

 

XENA

Diciamo così, sì.

 

GABRIELLE

Questo è il tuo modo di

farmela pagare per Roma, eh?

 

Xena si finge sfacciatamente sorpresa.

 

XENA

Potrei mai farti questo?

 

Gli occhi di Gabrielle rispondono alla domanda meglio di quanto potrebbero fare le sue labbra.

 

Sorridendo, Xena abbraccia forte Gabrielle, poi la lascia andare. Il suo viso torna serio.

 

XENA

(proseguendo)

La verità è che il mare ti dà

ancora dei problemi. E se dovessi

stare male, la tua assenza al mio fianco

sarebbe difficile da spiegare se ti facessi

passare per una pirata d'esperienza.

 

Gabrielle riflette per un momento sulle parole di Xena, infine annuisce.

 

GABRIELLE

Hai ragione. Non che la cosa mi

entusiasmi, ma devo darti ragione.

 

XENA

(in tono serio)

Be', in che altro modo penseresti

di far funzionare questa cosa?

 

 

Gabrielle ci riflette ancora, poi scuote la testa.

 

GABRIELLE

No, è giusto. Un pirata con

il mal di mare non è esattamente

l'immagine che vogliamo dare.

 

XENA

No, proprio no.

 

GABRIELLE

Be'... potrò almeno combattere,

se sarà necessario?

 

Xena sorride e le tira un leggero pizzicotto sulla pelle esposta.

 

XENA

Ti sembro il tipo che si

diverte a tenersi intorno

inutili schiavette?

 

GABRIELLE

Hm. Questo lavoro potrebbe

avere i suoi vantaggi dopo tutto.

 

XENA

Immaginavo che l'avresti

vista a modo mio alla fine.

 

GABRIELLE

(in tono d'avvertimento)

Ma ricordati che...

 

XENA

Lo so. Lo so. Me la farai pagare.

 

GABRIELLE

Eggià.

 

STACCO SU:

 

INT. LOCANDA - RICEVIMENTO - MATTINO

 

Al banco del ricevimento c'è solo l'impiegato, che accoglie Xena e Gabrielle al loro ingresso con un sorriso educato.

 

Quindi entra Andros, un po' portando e un po' trascinando dietro di sé una pesante cassa d'oro. Rivolge un gran sorriso alle due donne.

 

ANDROS

Xena! Gabrielle! Siete

entrambe proprio... ehm...

 

Gabrielle ride.

 

GABRIELLE

Non preoccuparti, Andros. Siamo

perfettamente abituate a questo tipo

di reazioni, qualunque cosa indossiamo.

 

Unendosi alla risata, Andros lascia cadere la cassa con un grugnito di sollievo.

 

XENA

Non avremo bisogno di quello.

 

ANDROS

Scusami?

 

Xena indica la cassa.

 

XENA

Suppongo che quello sia il riscatto.

 

 

ANDROS

Sì, infatti, ma...

 

XENA

Non ne abbiamo bisogno.

 

ANDROS

Ma come...?

 

Gabrielle si avvicina ad Andros e gli posa una mano sul polso, sorridendo.

 

GABRIELLE

Andros, quegli uomini hanno rapito

la tua famiglia. Pensi davvero

che si meritino un premio?

 

ANDROS

No, ma...

 

GABRIELLE

Tieni il denaro. Dallo a chi

se lo merita davvero.

 

ANDROS

Voi lo meritate. Per tutto quello

che state facendo per la mia famiglia.

 

XENA

No.

 

ANDROS

Ma...

 

GABRIELLE

Andros, dallo a qualcuno che ne ha

bisogno. Sicuramente ci saranno dei

poveri in questa città a cui quel denaro

servirebbe. Ne abbiamo visti arrivando.

 

ANDROS

Be', penso che potrei...

 

GABRIELLE

Bene.

 

 

Gabrielle gli dà un ultimo buffetto sulla mano, e torna indietro.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Ci vediamo presto, d'accordo?

Passa il tuo tempo a prepararti

a dare alla tua famiglia il miglior

bentornato a casa che questa

città abbia mai visto.

 

Con un sorriso di commiato, Gabrielle prende Xena sotto braccio e le due donne escono dalla locanda.

 

Andros resta immobile ad osservarle.

 

STACCO SU:

 

EST. BAIA - TARDO POMERIGGIO

 

La tranquilla insenatura si affaccia direttamente sul mare, sul quale svettano le pareti di un'alta scogliera, punteggiate da profonde caverne. La zona appare inaccessibile a chiunque ad eccezione dei più temerari uomini di mare e di una determinata Principessa Guerriera.

 

Nascoste al sicuro dietro una sporgenza rocciosa, Xena e Gabrielle sorvegliano un gruppetto di pirati mentre scaricano casse di legno piene di tesori da una barca spintasi fin sulla spiaggia. Una grande nave pirata si erge al largo in attesa, beccheggiando sotto le onde violente che si infrangono senza sosta contro le scogliere torreggianti, schizzando nell'aria grumi lattei di schiuma biancastra.

 

I pirati trasportano le pesanti casse di tesori verso una caverna a poca distanza dalla costa rocciosa.

 

XENA

Sembra che siano le ultime.

 

Gabrielle osserva gli uomini, cinque in tutto, emergere dalla caverna, ripulendosi dalla sabbia. Il più alto è un uomo massiccio vestito di abiti sgargianti e con una benda sull'occhio. Prende qualcosa dalla cintura, poi alza il pugno. Gli altri gli si radunano intorno nervosamente.

 

GABRIELLE

Che stanno facendo?

 

XENA

Tirano a sorte.

 

GABRIELLE

Per cosa?

 

XENA

(in tono cupo)

Vedrai.

 

 

Uno dopo l'altro, tutti gli uomini aprono le mani. Uno di loro, un tipo alto e magro, sbianca dietro la sua folta barba. Fa un tentativo disperato di correre verso la barca attraccata, solo per essere trascinato indietro dai suoi compagni. Occhio bendato estrae la spada e, mentre gli altri trattengono lo sfortunato e recalcitrante pirata per le braccia, gliela affonda nel ventre scoperto.

 

GABRIELLE

(piano)

Per gli dèi... Ma perché?

 

XENA

I pirati di queste parti sono piuttosto

superstiziosi. Sanno che qualunque

banda con una nave e abbastanza

coraggio da affrontare le forti correnti

potrebbe arrivare fin qui e rubare il loro

tesoro. Quindi uccidono uno dei loro per

lasciare il suo spettro a sorvegliare il bottino.

Vedendo il cadavere nessuno si avvicinerà.

 

Un po' verde in viso, Gabrielle distoglie lo sguardo dal morto che viene riportato nelle caverne.

 

GABRIELLE

È una cosa... Dèi.

 

Gentilmente, Xena accarezza la schiena di Gabrielle, mentre la giovane donna prende ampie boccate dell'aria nebbiosa e salmastra. Dopo un momento, Gabrielle torna a voltarsi, il suo volto sembra aver ripreso colorito.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

E ora che si fa?

 

 

XENA

Torneranno alla nave con l'alta

marea. E quando lo faranno...

noi saremo ad attentenderli.

 

DISSOLVENZA.
 

FINE DELL'ATTO 2

 

 

ATTO 3

 

* [N.d.T.] "Yo Ho Ho" è un'espressione utilizzata dallo scrittore Robert Louis Stevenson nel suo romanzo "L'isola del tesoro", e ormai universalmente associata al lessico marinaresco dei pirati. ("Yo Ho Ho, e una bottiglia di rum", come cantavano in quel romanzo, e come vedremo più avanti nell'episodio.) A quanto ne so, non dovrebbe avere un significato preciso, ma è tuttavia probabile che sia una derivazione di "Yo Heave Ho", usata durante i lavori manuali pesanti che richiedevano la collaborazione coordinata di molti uomini, come ad esempio quando si issava a bordo un carico o si alzavano le vele, e corrisponderebbe al nostro "Oh, issa".