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ATTO 2

 

APERTURA SU:

 

EST. OASI NEL DESERTO - GIORNO - PRESENTE DI X & G

 

È mattina presto e Xena e Gabrielle stanno preparandosi a lasciare l'accampamento. Gabrielle getta della sabbia sui resti del fuocherello acceso per la colazione, mentre Xena, da una parte sotto una palma, sta utilizzando il suo espediente della noce di cocco per accattivarsi uno splendido cavallo pezzato bianco e grigio. Sta compiendo l'operazione seduta in groppa ad un altro cavallo dal manto color cioccolato con una stella bianca sulla fronte. Anche la sua cavalcatura sta placidamente mangiucchiando del cocco.

 

Gabrielle lancia un'occhiata al gruppetto e scuote il capo con un sorrisetto che le distende le labbra. Infilate alcune stoviglie nella sacca, si dirige verso di loro, fermandosi a qualche metro.

 

GABRIELLE

Faremo il resto della strada a cavallo?

 

XENA

Sicuramente meglio che camminare.

 

GABRIELLE

E sei sicura che quello sia docile

abbastanza da cavalcare per me?

 

XENA

Questo bianco è un castrato, quindi credo

che sia addomesticato quanto basta. Sarà

molto più docile di uno stallone e non avremo

problemi da qualche femmina in calore.

 

GABRIELLE

E come accidenti hai fatto a capire

che è un castrato e non uno stallone?

 

Xena le getta un'occchiata pungente.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Lascia perdere.

 

 

XENA

Questi sono tutti e due un po' più

anziani. Abbastanza da non sentire

troppo le pulsioni sessuali, ma non

da crollare per le fatiche del viaggio.

 

GABRIELLE

E come sai quanto sono anziani?

 

Xena scivola giù dal suo cavallo.

 

XENA

Ho controllato i loro denti.

 

Gabrielle sembra riflettere sulla cosa, e nel farlo inconsapevolmente apre leggermente la bocca, lasciando scorrere la lingua sui propri denti. Xena fa una risatina e si piega su di lei posandole un deciso bacio sulle labbra.

 

XENA

(proseguendo)

Non funziona allo stesso modo con le

persone. Vuoi che ti aiuti a montare?

 

Gabrielle squadra diffidente il castrato.

 

GABRIELLE

Che faccio se

comincia a sgroppare?

 

XENA

Dovrai comunque reggerti alla sua

criniera. Tienti stretta, o portalo fuori

dal terreno erboso e lasciati cadere. La

sabbia è fonda e soffice. Non ti farai

niente. E poi hai addomesticato più

di un cavallo, se ricordo bene.

 

GABRIELLE

Giusto. D'accordo. Aiutami.

 

Xena l'afferra per i fianchi e la solleva, facendola atterrare fermamente in groppa al cavallo. L'animale si gira a guardarla appiattendo le orecchie, poi parte di corsa. Scalcia un po', ma senza sgroppare né impennarsi.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Ehi! Calma, bello.

 

Si china in avanti e reggendosi, si rivolge con tranquillità al cavallo che rizza le orecchie e le gira verso di lei come per ascoltarla. Scuote la testa e rallenta, tornando finalmente al passo. Gabrielle continua a sussurrargli all'orecchio e l'animale drizza il collo, tornando con atteggiamento fiero verso l'albero, guidato da Gabrielle.

 

XENA

Bel lavoro. Ma che diavolo

gli hai detto per convincerlo

a calmarsi così velocemente?

 

Gabrielle le sorride compiaciuta.

 

GABRIELLE

Gli ho solo detto che se non

si calmava, saresti stata tu

a cavalcarlo invece di me.

 

Xena piega in su il labbro, ma con un luccichìo negli occhi.

 

XENA

Ah-ah-ah. Ottimo. Diamoci

una mossa, donna che sussurra

ai cavalli. Il giorno si consuma.

 

Gabrielle alza la testa verso il sole già abbagliante.

 

GABRIELLE

Per fortuna abbiamo queste

vesti, o non sarebbe la sola

cosa a consumarsi.

 

Anche Xena alza gli occhi.

 

XENA

A proposito. Ho controllato le stelle

la notte scorsa, e dobbiamo correggere

la nostra direzione. Stavamo andando troppo

ad est. Dobbiamo spostarci più a nord.

 

GABRIELLE

Per me va bene. È stata un po' dura

viaggiare tutta la mattina col sole in faccia ieri.

 

Xena porge a Gabrielle la sua sacca e si mette in spalla la propria, prima di rimontare sul suo baio.

 

XENA

Già, l'ultima volta che sono passata di

qui, ero diretta per lo più ad oriente,

cercando solo di raggiungere la civiltà,

ma onestamente, non ero affatto certa di

dove mi trovassi quando mi sbarcarono.

Anche allora al mattino era piuttosto dura.

 

 

GABRIELLE

Dove andasti a finire?

 

XENA

Alla fine mi ritrovai sulle sponde del fiume

Eufrate, e le seguii fino al Golfo Persico.

Quindi viaggiai sulla costa occidentale

per un periodo, finché non raggiunsi un

villaggio. Ma infine arrivai a Gaza.

 

GABRIELLE

Gaza? Ma è nella direzione

opposta, Xena. È lontanissima

dal Golfo Persico, no?

 

Xena fissa lo sguardo in distanza.

 

XENA

Mille miglia.

 

GABRIELLE

Mi... mille miglia?

Mille miglia?!?

E come ci arrivasti?

 

XENA

In groppa ad Argo.

 

Gabrielle la fissa incredula.

 

GABRIELLE

Cavalcasti Argo per mille miglia

attraverso il deserto? Deve essere

stata una cavalcata lunga e calda.

 

Xena le rivolge un lungo sguardo, i tratti del viso irrigiditi in un'espressione impassibile.

 

XENA

Calda. Oh sì, eccome. Ma

ci misi solo cinque giorni.

 

GABRIELLE

Cinque giorni? Ma è...

Xena, è impossibile.

 

XENA

No, per niente. Vedi,

c'era una corsa...

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. CITTÀ PORTUALE SUL GOLFO PERSICO - GIORNO - 36 ESTATI PRIMA

 

Una piccola città frenetica con un porto molto affollato e navi di ogni dimensione che partono e arrivano, schiavi che trasportano pesanti carichi sulle loro schiene e strade che mostrano un costante traffico di uomini, donne ed animali. Xena è in sella ad Argo e percorre la strada sul lato che affianca le case. I suoi occhi saettano dovunque nello scrutare la folla e l'attività intorno a lei. La via è talmente gremita che ci si muove a stento.

 

Improvvisamente la sua mano scatta ad afferrare un polso che termina in una mano che è per metà infilata nella borsa che porta alla cintura. Abbassa lo sguardo sul volto di un ladro molto sorpreso con gli occhi che quasi gli escono dalle orbite alla stretta salda sul suo braccio.

 

XENA

(ringhiando)

Hai visto qualcosa che ti piace?

 

L'uomo scuote la testa furiosamente, mentre sente il polso torcerglisi leggermente.

 

LADRO

Augggghhhhh.

 

Xena continua a stringerglielo finché il pugno si apre, lasciandone cadere una grossa moneta d'oro. Xena l'afferra abilmente e se la rimette nella borsa, richiudendone di nuovo l'allacciatura.

 

XENA

Non credo proprio.

 

Allentando appena la presa, si china su di lui, coi loro visi che quasi si toccano.

 

XENA

(proseguendo)

Se mi rivedo intorno le tue dita,

te le taglio. Sono stata chiara?

 

Il ladro si allontana, arretrando e massaggiandosi il polso, appena la guerriera lo lascia. Con uno sguardo d'ammirazione ad Argo, le fa un largo sorriso, indicandolo.

 

LADRO

L'Oceano di Fuoco, eh?

 

Xena guarda l'uomo, poi Argo, poi di nuovo l'uomo.

 

XENA

No. L'ultima volta che ho

controllato era un cavallo.

 

Scuotendo la testa, riprende il cammino.

 

XENA

(proseguendo)

Se ne trova di tutti i tipi, come

diceva sempre mia madre.

 

Sorride tristemente e spinge Argo ad aumentare un po' l'andatura, conducendola per una strada laterale meno affollata. Scorgendo una taverna, si dirige in quella direzione e salta a terra, legando Argo al palo di una staccionata accanto alla porta. Sta per attraversare la soglia, quando vede un uomo avvicinarsi ad Argo da dietro. Emette un leggero fischio e Argo solleva le zampe posteriori, scalciando e scaraventando l'uomo dall'altra parte della strada, direttamente dentro un abbeveratoio.

 

XENA

(proseguendo)

Brava ragazza.

 

 

Argo la guarda e soffia.

 

XENA

(proseguendo)

Sta' in guardia, va bene? Io

resto il tempo di farmi un

boccone e una birra.

 

Argo nitrisce e soffia di nuovo.

 

STACCO SU:

 

INT. TAVERNA - GIORNO - 36 ESTATI PRIMA

 

Xena si tuffa dentro e si fa largo fino al bancone. Il taverniere la osserva entrare e va verso di lei, strofinando la superficie del banco, mentre si avvicina.

 

TAVERNIERE

Che ti porto?

 

XENA

Qualcosa di forte e una scodella

di qualunque cosa stia

cuocendo là sul fuoco.

 

TAVERNIERE

Pranzo speciale in arrivo.

 

Si gira e riempie una scodella ed un boccale, per poi lasciarli cadere con un tonfo di fronte a lei. Xena studia l'irriconoscibile miscuglio di frumento, vegetali e pezzetti di carne, quindi annusa la bevanda, sbattendo le palpebre al forte olezzo di alcol che l'assale alle narici.

 

XENA

Che roba è?

 

TAVERNIERE

Liquore di dattero. Ti farà

crescere i peli sul petto.

 

A queste parole, Xena che stava già sorseggiando il liquido lo risputa nel boccale. Abbassa lo sguardo sul suo petto e poi lo rialza sull'uomo che è arrossito quando si è reso conto di ciò che ha detto. Xena gli lancia un sorriso maligno e ingoia la bevanda in un sol sorso. Poi raccoglie un pezzetto di carne dall'intruglio di cereali e glielo sventola davanti alla faccia.

 

XENA

E questo?

 

TAVERNIERE

Capra.

 

XENA

Capra? Sicuro?

Non cammello? O cane?

O cavallo?

 

TAVERNIERE

Capra.

 

Assottigliando gli occhi, Xena annusa il boccone, prima di infilarselo in bocca e assaporarlo accuratamente.

 

XENA

Capra. Non male.

 

 

Il taverniere sorride e annuisce cortesemente al complimento. Sporgendosi in avanti, resta appoggiato con un braccio sul bancone.

 

TAVERNIERE

Bella bestia là fuori.

È tua vero?

 

Xena getta uno sguardo dietro di sé, dove attraverso la porta aperta può vedere Argo.

 

XENA

Già.

 

TAVERNIERE

Quanto vuoi?

 

Come se avesse sentito, Argo manda un nitrito di protesta.

 

XENA

Heh. Tale padrona, tale

cavallo. Non è in vendita.

 

TAVERNIERE

Guarda quelle zampe.

Scommetto che potrebbe

galoppare per giorni. Ma non

è un arabo puro, vero?

 

XENA

L'ho trovata nel deserto.

Non ho idea della sua parentela.

 

TAVERNIERE

È troppo grosso per essere di

razza pura. E questo è un peccato.

 

XENA

Come mai?

 

TAVERNIERE

Non potrà qualificarsi per

Oceano di Fuoco.

 

Xena si blocca a metà di un boccone e lo deglutisce.

 

XENA

Scusami?

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. ALTURE DESERTICHE - GIORNO - PRESENTE DI X & G

 

Xena e Gabrielle cavalcano fianco a fianco. Lo scenario è assolato ma relativamente calmo, una tregua benvenuta dopo il vento sabbioso del giorno prima.

 

GABRIELLE

Oceano di Fuoco.

Che significa?

 

XENA

Era il nome della corsa.

L'Oceano di Fuoco.

 

GABRIELLE

Che strano modo di chiamarla.

 

XENA

In realtà, no. Erano quelle le mille miglia,

Gabrielle. Si trattava di una corsa attraverso

il deserto arabo dalla città di Hajar sul Golfo

Persico fino a Gaza sul Mar Mediterraneo.

Uno dei territori più torridi e spogli che

abbia mai visto. Il deserto, quello era...

 

GABRIELLE

Un oceano di fuoco.

 

Gabrielle lascia spaziare lo sguardo sull'orizzonte di sabbia, da dove si possono scorgere onde tremolanti di calore sollevarsi.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Ma deve essere stata una

vera tortura per la povera Argo.

Questo non è da te, Xena. Perché?

 

XENA

Per il premio.

 

GABRIELLE

Ma Argo... Non ti importava di

quello che poteva accaderle?

 

XENA

(tristemente)

All'epoca, no.

 

GABRIELLE

Ma lei ti aveva salvato

la vita da quei banditi.

 

XENA

(con un sospiro)

Inizialmente non la vedevo così.

Dimentichi il mio ego. Ero convinta

che sarei riuscita ad uscire combattendo

da quella gola se non ci fosse stata Argo.

In seguito le cose cambiarono, ma sto

anticipando troppo gli avvenimenti.

 

 

GABRIELLE

Doveva essere un grosso premio.

 

XENA

Abbastanza da vivere confortevolmente

per il resto della mia vita. E anche mia madre

e Tereo, se mi avessero permesso di...

 

Gabrielle tira le redini del suo cavallo per avvicinarsi a Xena e tende una mano a sfiorarle un braccio.

 

GABRIELLE

Quindi volevi vincere per

poter tornare a ritrovare

l'affetto della tua famiglia.

 

XENA

In parte, ma non era proprio

così, no. Devi pensare a chi...

a cosa... ero allora.

 

GABRIELLE

Un signore della guerra redento?

 

XENA

Un signore della guerra che stava cercando di

redimersi è più esatto. A parte la vendita del mio

cavallo prima di imbarcarmi, non mi guadagnavo

un denaro onestamente da anni. Avevo taglie sulla

mia testa in tutta la Grecia ed oltre. Non avevo idea

di come andare avanti o... come vivere la mia vita.

Tutto quello che sapevo era come essere una

guerriera, e tuttavia per un periodo dopo aver

incontrato Hercules, ogni volta che usavo la

spada, mi sentivo colpevole, incerta se

fosse la cosa giusta da fare.

 

GABRIELLE

Anche se dovevi difenderti?

 

XENA

Mi pareva di non avere il diritto di difendermi.

Ma quel premio, se avessi avuto quella somma di

denaro, avrei potuto andarmene da qualche parte

lontano per ricominciare e smettere di preoccuparmi

per come avrei vissuto. Era la via d'uscita più semplice.

Tu mi conosci; sai che non scelgo quasi mai la via

più facile. Ma ero così stanca... di tutto.

 

Gabrielle le posa una mano sulla coscia e la stringe affettuosamente.

 

GABRIELLE

Ma non potevi iscriverti alla corsa

perché Argo non era di pura razza araba?

 

Xena sorride, con un lieve balenìo malizioso negli occhi.

 

XENA

Era una corsa molto elitaria, soltanto per

i migliori cavalli arabi, indetta da due fratelli

gemelli. Uno viveva a Gaza, e l'altro ad Hajar.

Erano sceicchi e facoltosi principi di altissima

stirpe. Mi unii ad una carovana diretta ad Hajar

e mi misi alla ricerca del fratello che viveva là,

Galeel. Appresi su di lui tutto ciò che potei

durante il viaggio, e tessi le lodi di Argo

con chiunque potesse ascoltarmi.

 

GABRIELLE

Ti iscrivesti alla corsa

imbrogliando, vero?

 

 

XENA

Diciamo che per quando arrivammo

ad Hajar, credo che quelli della carovana

si aspettassero che ad Argo spuntassero

le ali e che spiccasse il volo.

 

GABRIELLE

Ma come riuscisti ad aggirare il fatto

che Argo non fosse un purosangue?

 

XENA

Venni a sapere che Galeel aveva una

debolezza. Era un campione di Tabula.

 

GABRIELLE

Tabula?

 

XENA

È un gioco strategico da tavola. Io ci avevo

giocato parecchie volte. Lanci i dadi e muovi

delle pedine lungo una serie di linee a griglia.

Durante le lunghe notti nella carovana vidi

e giocai abbastanza partite a Tabula da

sognarmi addirittura quelle dannate griglie.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

INT. TAVERNA - SERA - 36 ESTATI PRIMA

 

Xena si fa largo attraverso la sala affollata. I tavoli sono occupati in prevalenza da clienti maschi e l'atmosfera è quella di una festa. L'Oceano di Fuoco è l'argomento centrale delle conversazioni ad ogni tavolo al suo passaggio. Splendide ragazze in costumi da harem scivolano tra i tavoli, servendo cibi e bevande. Da una parte, c'è un palco con delle danzatrici del ventre che si dimenano al ritmo di una musica ipnotica. Si tratta di un locale esclusivo con elaborati arazzi alle pareti e i pavimenti coperti da soffici tappeti. L'aria è satura dell'odore dolciastro dell'oppio, e Xena prende una boccata da una pipa che le è stata passata.

 

In un angolo riservato, un folto gruppo di uomini dall'aria opulenta è riunito intorno ad un tavolo al quale sono seduti altri due uomini elegantemente vestiti. Entrambi fumano e bevono, impegnati nel gioco. Xena è abbigliata allo stesso modo delle donne da harem, e si liscia indietro i capelli prima di avvicinarsi al tavolo. Uno degli uomini seduti alza gli occhi e sorride con uno sguardo di approvazione.

 

UOMO

Ah, proprio al momento giusto.

Ragazza, portaci un altro giro di bevute.

 

XENA

Non sono una serva.

 

Appoggiando una mano sul tavolo, si china in avanti per assicurare all'uomo una miglior visione delle sue grazie e gli sorride seducente.

 

XENA

(proseguendo)

Sei il principe Galeel?

 

L'uomo continua a sorriderle di rimando, valutandola mentre le risponde.

 

GALEEL

Esatto. E tu chi saresti?

 

XENA

Il mio nome è Xena. Sarò io

ad offrirvi quel giro di bevute,

ma ad una condizione.

 

GALEEL

(ipnotizzato)

E sarebbe?

 

XENA

Lasciami giocare.

 

Galeel e tutti gli altri intorno a loro scoppiano in una sonora risata.

 

GALEEL

Questo non è un gioco da donne.

Sei certa di saperlo giocare?

 

Xena si piega ancora di più su di lui finché il suo viso è a pochi centimetri dal suo.

 

XENA

Io ho molte doti.

 

Galeel deglutisce a vuoto e si lecca le labbra.

 

GALEEL

Molto bene, allora. Sarà un

piacere per me. Facci avere

da bere, e giocherai.

 

Lei sbatte le ciglia, facendogli le fusa.

 

XENA

Sono sicura che il

piacere sarà tutto mio.

 

Xena scompare, tornando con un vassoio colmo di boccali e li distribuisce, poi s'impadronisce della sedia di fronte a Galeel. Senza una parola, estrae una moneta d'oro da una piccola borsa e la posa sul tavolo. Le sopracciglia di Galeel si sollevano per la sorpresa, e l'uomo si fruga in tasca e ne posa accanto una di uguale valore.

 

GALEEL

Vedo. Vuoi renderla

interessante.

 

XENA

(sempre in tono civettuolo)

Io rendo tutto interessante.

 

 

GALEEL

Non ho dubbi.

 

Le porge i dadi.

 

GALEEL

(proseguendo)

Prima le signore.

 

XENA

Non sono una signora.

 

Galeel praticamente boccheggia, mentre lei, prendendo i dadi, sfiora con le punte delle dita il palmo della sua mano. Xena lancia i dadi e muove un pezzo. Velocemente l'uomo risponde con una mossa che pareggia quella di lei. Xena si porta le dita alle labbra.

 

XENA

(con una risatina)

Ops.

 

Fa la sua mossa, e i due vanno avanti a giocare alternandosi per parecchie mosse, mentre gli altri continuano a guardare. Anche se la maggior parte di loro guarda Xena più che il gioco. Xena gioca una bella partita, ma alla fine Galeel muove un pezzo e si appoggia all'indietro sulla sua sedia, incrociando le braccia trionfante.

 

GALEEL

Ecco qua. Non puoi più andare

da nessuna parte. Ho vinto.

 

Xena osserva il tavolo da gioco, poi rialza gli occhi su di lui con una smorfia sensuale.

 

XENA

Mi sono impegnata tanto.

 

Sporgendosi in avanti, tocca il dorso della mano dell'uomo.

 

XENA

(proseguendo)

Ovviamente tu ti sei impegnato... di più.

 

Le dita della donna indugiano su e giù sulla mano di lui, mentre il sudore gli imperla d'improvviso la fronte.

 

XENA

(proseguendo)

Ancora una volta, ti va?

Non te ne farò pentire.

 

GALEEL

(senza fiato)

Un'altra partita? Certo.

Che male può esserci?

 

Xena ritrae la mano, con un sorriso falsamente modesto, poi mette due monete d'oro sul tavolo, che Galeel prontamente copre, gli occhi che non lasciano mai quelli della donna. Xena sporge le labbra in direzione di Galeel, prende i dadi e ci soffia sopra. Quindi li lancia e muove un pezzo.

 

GALEEL

(proseguendo)

Hai gli occhi di un azzurro

stupefacente. Così insolito.

 

XENA

Insolito? Hai proprio ragione.

 

Lei lo guarda fare la sua mossa e poi riprende i dadi. Sorride fascinosa, ma il suo sorriso scompare quando li lancia. Muove i suoi pezzi, sottraendone alcuni di Galeel dalle loro posizioni. Lui osserva il tavolo da gioco poi lei, con espressione sconcertata. Gli occhi di Xena brillano malignamente, e la partita riprende accanita, con dadi che volano e pezzi mossi in rapida successione. La folla intorno al tavolo si fa più folta, tutti a guardare la donna che sta sconfiggendo il principe reggente. Tutto finisce di colpo, Xena fa una mossa finale, agguanta le monete e se le infila nella scarsella.

 

GALEEL

Mi hai imbrogliato!

 

XENA

Ho giocato lealmente.

 

GALEEL

(rabbiosamente)

Ancora una! A chi

ne vince due su tre.

 

Xena lo guarda come si guarda un coniglio preso in trappola. Si china in avanti, ponendosi di nuovo faccia a faccia con lui, ma questa volta ogni finzione è abbandonata.

 

XENA

(con voce roca)

D'accordo. Ma rendiamola

veramente interessante.

 

GALEEL

(deglutendo)

Qualunque cosa. Quello che vuoi.

 

XENA

(a bassa voce)

Fregato.

 

XENA

(proseguendo)

Io ho un cavallo. Argo.

Una femmina. È qui fuori.

 

GALEEL

Argo? Ne ho sentito parlare.

Eri con quella carovana che

è arrivata ieri per la corsa.

 

XENA

Esatto. Ecco il patto.

Se io perdo, tu prendi Argo.

 

GALEEL

Se è bella quanto dicono,

non vedo l'ora di batterti.

 

Anche lui si fa più vicino, arricciandosi un baffo.

 

GALEEL

(proseguendo)

E nel remoto caso che

vinca tu, cosa vorresti?

 

XENA

Argo ed io potremo partecipare

all'Oceano di Fuoco.

 

GALEEL

Ma tu sei una donna.

 

XENA

Ma non mi dire.

Questo è un problema?

 

 

La folla scoppia in una risata.

 

GALEEL

(precipitosamente)

No. No, nessun problema. Ma

Argo, li hai i suoi documenti?

Puoi provare che è un purosangue?

 

XENA

È un cavallo brado del deserto.

Non posso provare nulla,

a parte che corre come il vento.

 

GALEEL

Impossibile! Solo gli arabi

più puri possono partecipare.

 

XENA

Ma tu avevi detto "qualunque

cosa". Dunque non sei un

uomo di parola? Hmmmm?

 

Xena lascia riaffiorare un accenno di seduzione.

 

XENA

(proseguendo)

Cos'hai da perdere? Se ti va bene,

ti prendi il mio cavallo. Se ti va male,

avrai lasciato che una donna e un mezzo

sangue gareggino contro gli arabi più puri.

Avanti, Galeel, cosa decidi?

 

GALEEL

Molto bene, allora. Un'ultima partita.

Se vinco, prendo il tuo cavallo. Se perdo,

tu parteciperai all'Oceano di Fuoco.

 

Tenendo lo sguardo fisso su di lui, Xena prende di nuovo i dadi. Ma stavolta, ci sputa sopra.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. ALTURE DESERTICHE - GIORNO - PRESENTE DI X & G

 

Xena e Gabrielle stanno ancora cavalcando nel deserto.

 

GABRIELLE

Che successe?

Immagino che tu abbia vinto.

 

 

XENA

Certo che vinsi. Tutta la taverna mi

elesse nuovo campione di Tabula, ma

io rifiutai. Avevo ottenuto ciò che volevo,

e non intendevo irritare Galeel

più di quanto già non fosse.

 

GABRIELLE

Quindi ti iscrivesti alla corsa?

 

Xena sospira e i suoi occhi prendono uno sguardo distante.

 

XENA

Mmm-hm. Già. Pensavo di averle

viste tutte nei miei viaggi, ma non

immaginavo in cosa mi stavo infilando.

 

Cavalcano in silenzio, col sole che batte sulle loro teste, mentre noi andiamo in...

 

DISSOLVENZA.

 

FINE DELL'ATTO 2

 

ATTO 3