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ATTO 4

 

APERTURA SU:

 

EST. ACCAMPAMENTO NEL DESERTO - NOTTE - PRESENTE DI X & G

 

Xena e Gabrielle sono distese su una coperta, intente a studiare una coltre di stelle simile a quella di 36 anni prima. Il fuoco del loro bivacco le riscalda scoppiettante, e i cavalli sono dall'altra parte a brucare escrescenze erbose dall'aria coriacea. Il terreno è cambiato leggermente, c'è più vegetazione e le alture sono più elevate di quelle del mattino.

 

GABRIELLE

Non sapevo che ti piacesse guardare le

stelle anche prima che ci incontrassimo.

 

XENA

Infatti, a parte quando

serviva ai miei scopi.

 

GABRIELLE

Ma esprimesti un desiderio a quella

stella cadente. Doveva esserci della

magia lassù per te, anche allora.

 

Xena sorride e si gira su un fianco verso di lei, accarezzandole il braccio nudo con la punta delle dita.

 

XENA

Non c'era nessuna magia nelle

stelle, Gabrielle, finché tu non

mi hai insegnato a vederla.

 

D'acchito, Gabrielle appare sorpresa. Poi, lentamente, si apre ad un sorriso e attira Xena tra le sue braccia.

 

GABRIELLE

(sussurrando)

Vuoi sapere un segreto?

 

XENA

(sussurrando di rimando)

Cosa?

 

GABRIELLE

Non c'era nessuna magia in loro

neanche per me, finché non ho avuto

qualcuno con cui condividerla.

 

Si tengono strette l'una all'altra per un lungo momento, poi si separano solo di quel tanto da giacere di fianco nel giaciglio guardandosi negli occhi, con pochissimo spazio tra loro.

 

XENA

Fui grata a quelle stelle

quella notte, anche se per

una ragione molto diversa.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. ACCAMPAMENTO NEL DESERTO - NOTTE - 36 ESTATI PRIMA

 

Xena dorme nel suo giaciglio. Nel cielo ci sono così tante stelle che illuminano il terreno abbastanza da evidenziarne i dettagli essenziali. Avvertendo un suono simile a quello di un rametto che si spezza, lascia scivolare lentamente le mani sotto la coperta lungo i fianchi, finché le sue dita si stringono intorno al chakram e all'impugnatura della spada, pur restando a giacere immobile e con gli occhi chiusi.

 

Si sente un rumore strisciante e le dita di Xena si contraggono intorno al chakram, ma i suoi occhi restano chiusi. Un'ombra passa sul suo volto e la luce delle stelle si specchia sul metallo rivelando la lama di una scimitarra sollevata esattamente all'altezza della sua gola. Nel momento in cui cala, trova la spada di Xena a bloccarla. Contemporaneamente, la guerriera scaglia anche il suo chakram che rimbalza su un paio di rocce, passando con un sibilo accanto ad Argo. Diversi metri oltre la cavalla, si profila una figura indistinta con un pugnale alzato, pronto ad essere lanciato verso Argo. Il chakram strappa la lama dalla mano dell'uomo.

 

Xena balza in piedi, afferrando il chakram di ritorno. Poi impegna l'uomo con la scimitarra, continuando a tenere d'occhio l'attentatore di Argo. L'uomo corre verso l'animale e Xena fischia. Argo si gira e scalcia all'indietro nell'aria prima di tornare a terra, abbattendo l'uomo. La luce delle stelle rischiarano il suo viso. È Wahed, con i tratti del volto contorti dalla rabbia. Si tiene un braccio con espressione di dolore.

 

WAHED

Aauuuuuuugghhhh!

 

Saltato in piedi, cerca intorno il suo pugnale. Lo scorge e si china a recuperarlo, poi si rialza fronteggiando Argo.

 

WAHED

(proseguendo)

Adesso ti darò la lezione

finale, bestia maledetta!

 

Xena è ancora impegnata con il suo aggressore. Vedendo Wahed, scaglia di nuovo il chakram che si conficca nel petto dell'uomo proprio mentre sta per gettarsi su Argo con il pugnale.

 

XENA

Nessuno dà lezioni al mio

cavallo, tranne me! Sheeee-ya!

 

Combattendo con rinnovato vigore, costringe il suo avversario a difendersi. Questi brandisce la scimitarra a due mani e Xena lo ricambia con mossa identica, strappandogliela di mano con la nuda forza. La scimitarra schizza via rimbalzando con suono metallico e Xena balza sull'uomo, inchiodandolo a terra con la spada puntata alla gola.

 

XENA

(proseguendo, con un ringhio)

Fajer.

 

FAJER

Xena. Ti posso spiegare.

 

XENA

Sono certa che puoi.

 

FAJER

Stavo venendo a salvare

il tuo cavallo da Wahed.

 

XENA

Stavi venendo a

tagliarmi la testa.

 

 

L'uomo apre la bocca per parlare, ma la pressione della lama di Xena si rafforza e lui la richiude.

 

XENA

(proseguendo)

Vi ho visti parlare tu e Galeel.

Ricordi? Prima che la

corsa iniziasse.

 

FAJER

(con voce strozzata)

Sì. E allora?

 

Xena si piega ancora di più su di lui ed estrae un pugnale dalla cintura, facendone strisciare il piatto della lama sulla sua guancia.

 

XENA

(mormorando)

E allora io so leggere le labbra.

 

Gli occhi di lui si dilatano dalla paura nella comprensione.

 

FAJER

Sarebbe molto meglio per

te se mi lasciassi andare.

 

XENA

Sì? E perché mai?

 

FAJER

Tu hai ucciso Wahed. Galeel lo

aveva scelto come vincitore. Non

sarà felice quando saprà l'accaduto.

 

Xena si guarda intorno. L'accampamento è per lo più silenzioso. Dei movimenti possono essere colti dall'interno di qualche tenda, ma nessuno osa venire fuori per intervenire.

 

XENA

Lui è a ottocento miglia di distanza.

 

Striscia ancora il pugnale su e giù sulla faccia di lui.

 

XENA

(proseguendo)

E se ti uccidessi, chi glielo andrebbe

a dire? Hmmmmm? Ti hanno sentito tutti un

attimo fa. Le tende sono dannatamente fini.

Ora lo sanno tutti che la corsa era truccata.

Pensi che a chiunque di loro interessi di

andare a fare una soffiata su di me?

 

VOCE DA UNA TENDA

A me no di certo!

 

VOCE DA UN'ALTRA TENDA

A me nemmeno!

 

ALTRA VOCE

(in tono stridulo)

Non farmi male! Non dico niente.

 

ALTRA VOCE ANCORA

Che vuol dire soffiata?

Comunque sia, io non lo farò!

 

Xena ride malignamente, poi il suo volto si fa gelido. Ritira il suo pugnale e la spada, tirando uno spintone a Faher, e si rialza.

 

XENA

(ringhiando)

Tu avvicinati a meno di venti iarde

da me o dal mio cavallo di nuovo,

e io ti uccido a vista.

 

Nel voltargli le spalle disgustata per andare a controllare Argo, sente un rumore sibilante dietro di lei. Si gira rapida, spada in pugno, trapassando Fajer che stava attaccandola con la scimitarra. L'uomo spalanca la bocca e sangue ne cola dalle labbra. Xena gli sfila la spada dal ventre e lui crolla al suolo con un tonfo. Studiando la lama con soddisfazione, la guerriera si dirige verso Wahed e, puntellandosi con lo stivale, estrae il chakram dal suo torace. Ripulisce spada e chakram sulla sua tunica, tirando poi un calcetto al corpo.

 

XENA

(proseguendo)

Porco.

 

Avvicinatasi ad Argo la esamina tutta, tastandola accuratamente nel processo.

 

XENA

(proseguendo)

Tutto bene, piccola? Non

ti ha colpita, vero?

 

Argo le strofina il muso contro lo stomaco con un nitrito sommesso.

 

XENA

(proseguendo)

Siamo tutte e due belle sveglie.

Tanto vale ripartire subito, no?

 

Argo emette un brontolìo come in assenso. Xena si gira, rivolgendosi agli occupanti delle tende.

 

XENA

(proseguendo)

Ascoltatemi! Vi avviso lealmente!

Non ci sono regole sull'ora d'inizio al

mattino. Io mi sto preparando a partire

per il mio ultimo giorno di gara ora. Il sole

sarà comunque alto tra un paio d'ore.

 

Torna a girarsi verso Argo e comincia a sellarla. L'accampamento esplode d'un tratto d'attività e di un gran rumoreggiare, mentre altri seguono il suo esempio. Terminata l'opera di sellaggio e assicurato il suo bagaglio e le armi, Xena monta su Argo e squadra intorno a sé il campo e gli indaffarati cavalieri, scuotendo la testa. Per ultimo, i suoi occhi si posano sui due cadaveri stesi a terra e un sogghigno le appare in volto. Sputando sul terreno tra i due, volta il cavallo e parte al galoppo verso occidente. Dietro di lei, un debole accenno di rosa sta già tinteggiando le alture più lontane.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. ACCAMPAMENTO NEL DESERTO - NOTTE - PRESENTE DI X & G

 

Xena e Gabrielle sono ancora distese insieme vicine sotto le stelle, l'una di fronte all'altra. Xena ha gli occhi bassi e li tiene così mentre riprende a parlare.

 

XENA

Il fatto è, Gabrielle, che

avevo goduto ad ucciderli.

 

GABRIELLE

Ma tu stavi difendendo

Argo. E te stessa.

 

XENA

Ma mi era piaciuto.

 

Gabrielle tende la mano a sfiorarle il viso.

 

GABRIELLE

E dopo tutto questo tempo, credi

che non mi sia accorta di questo

tuo lato? Xena, guardami.

 

Occhi di un azzurro intenso si sollevano lentamente.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

È parte di quella che sei.

Dèi, è anche parte di me.

So cosa si prova.

 

Xena ha un ansito quasi doloroso.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

È sopravvivenza, Xena. Fa parte

del mondo in cui viviamo. Uccidere

o essere uccisi, non è questo a

cui tutto si riduce a volte?

 

Xena annuisce lievemente.

 

GABRIELLE

Una volta ti dissi che avevo i

riflessi di un guerriero, ma non la

sua capacità di giudizio. Ricordi?

Con Virgilio e i cannibali?

 

XENA

Sì. Ricordo.

 

GABRIELLE

Ma quella scarica di adrenalina, Xena.

Io la conosco. Quell'ondata, quando ti rendi

conto di aver appena scampato la morte.

 

XENA

Ma a te non è mai piaciuto uccidere.

 

GABRIELLE

(sospirando)

No. Ma qualche volta nel fervore della

battaglia, mi pare che tutto mi si confonda

dentro. Quell'ondata, a volte è ciò che ti fa

andare avanti, e a volte ti fa sentire bene,

capisci? Ma qualche volta ne hai

bisogno per sopravvivere.

 

XENA

Ma tu non sei un'assassina.

 

Gabrielle le carezza di nuovo il viso.

 

GABRIELLE

E neanche tu. Neanche allora.

Xena, da quando incontrasti Hercules,

hai più assassinato qualcuno? Non ucciso

per autodifesa o per proteggere qualcun altro,

ma semplicemente assassinato qualcuno?

 

XENA

Io... Ming...

 

GABRIELLE

No! Ci avrebbe permesso di andarcene

vive dalla Cina se fosse sopravvissuto?

 

XENA

(piano)

No. Ci avrebbe inseguite.

 

GABRIELLE

Nessun altro? Nessuno a

cui tu riesca a pensare?

 

Xena chiude gli occhi riflettendo, mentre Gabrielle continua ad accarezzarle il viso. Poi, lentamente, Xena li riapre, sollevando una mano e posandola su quella della compagna.

 

XENA

No. Sai cosa penso?

 

GABRIELLE

Cosa?

 

XENA

Penso che avrei voluto avere una Gabrielle

a quel tempo che mi instillasse un po' di buon

senso. Allora, tutto quello che provai per il resto

della gara era un senso di colpa. Avevo lasciato la

Grecia e fatta tutta quella strada, solo per scoprire

che nel mio profondo, mi piaceva ancora uccidere.

Fu uno dei miei momenti peggiori.

 

GABRIELLE

Immagino che finisti la corsa?

 

 

XENA

La vinsi.

 

GABRIELLE

Cosa?!

 

Si guarda intorno.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Non per rimarcare l'ovvio, ma come mai

ce ne stiamo qui in mezzo al deserto

stese su questa coperta invece che

da qualche parte nel tuo palazzo?

 

Xena ride.

 

XENA

Non fu niente di clamoroso, davvero.

Qualche altro concorrente continuò ad

impegnarci, ma tutte le volte che qualcuno

ci raggiungeva, Argo correva più forte.

Io non dovevo fare altro che reggermi.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. CITTÀ DI GAZA - GIORNO - 36 ESTATI PRIMA

 

Xena e Argo stanno attraversando di corsa la città con parecchi cavalieri alle loro calcagna. Lungo tutta la via, una folla li acclama. Uno degli inseguitori guadagna terreno e quasi le raggiunge, affiancandosi. Xena gli lancia un'occhiata e si volta udendo avvicinarsene un altro da dietro. Questi l'affianca dalla parte opposta, ed i tre cavalli galoppano collo contro collo in direzione del confine della città.

 

Superato l'ultimo edificio, emergono sempre galoppando nella distesa di un vasto litorale che dà direttamente sul mare. Piegata sulla sella, Xena ride furiosamente, con i capelli frustati all'indietro dal vento, mentre Argo se ne va lasciando gli altri a mangiare la polvere. La donna avvista un vivace striscione ed un'altra folla, e scoppia in una nuova risata, mentre lei e il suo cavallo la raggiungono facendosi strada attraverso. La folla erompe in un applauso scrosciante, e loro continuano cavalcando fino al limite della risacca. Balzata giù di sella, Xena tocca l'acqua, tuffandosi ed immergendosi. Rialzatasi in piedi, getta dell'acqua sul corpo e le zampe di Argo che sembra apprezzarlo, scuotendo la testa su e giù e incitando Xena a continuare.

 

Un uomo elegantemente vestito le si avvicina e lei si raddrizza, uscendo dall'acqua per andargli incontro, conducendo Argo dietro di lei per le redini.

 

UOMO

Sono Majeed. Congratulazioni!

Hai vinto l'Oceano di Fuoco.

 

L'uomo esamina Argo.

 

MAJEED

(proseguendo)

Ma non è arabo.

 

Trattiene il fiato, sorpreso.

 

MAJEED

(proseguendo)

Allora sei tu! Galeel mi aveva

avvisato per piccione viaggiatore.

Pensava che fosse un bello scherzo.

 

Sorridendo, accenna un leggero inchino.

 

MAJEED

(proseguendo)

Vedo che si sbagliava. Allah

sia con te, mia signora. E sappi

sempre che hai vinto la più grande

corsa nella storia dell'uomo.

 

Le consegna un grosso sacco tintinnante che lei accetta. Xena lo apre e vi sbircia dentro, sorridendo da un orecchio all'altro.

 

XENA

Ti ringrazio.

 

I due si stringono l'avambraccio nel consueto saluto, e Xena ed Argo fanno per allontanarsi. Poi lei si ferma e si volta.

 

XENA

(proseguendo)

Majeed, tu non assomigli

affatto a tuo fratello. Resta così.

 

Majeed piega lievemente la testa perplesso, mentre lei si gira di nuovo e torna verso la città tra la folla scatenata che l'acclama.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. ACCAMPAMENTO NEL DESERTO - NOTTE - PRESENTE DI X & G

 

È la stessa notte, stessa coperta, stesse stelle. Le due donne sono ancora distese insieme vicine, a parlare.

 

GABRIELLE

Allora cosa successe

di quel denaro?

 

XENA

Prima le cose importanti. Tornai nel

deserto, trovai un altro branco di

cavalli bradi e lasciai andare Argo.

 

GABRIELLE

Ma...

 

XENA

Aspetta. Ci sto arrivando. La lasciai

libera perché sentivo di doverglielo. Lei

mi aveva portata fino al Golfo Persico e

ritorno e mi aveva resa una donna ricca. Il

meno che potessi fare era ridarle la libertà.

 

GABRIELLE

Mi sembra giusto.

Ma...

 

Xena le copre la bocca ridendo, poi toglie la mano. Gabrielle le esibisce un incantevole sorriso.

 

XENA

Poi tornai in città. Pensavo di prendermi

una stanza per la notte e prenotare un posto

su qualche nave di ritorno in Grecia al mattino.

Ma prima, scesi di nuovo sulla spiaggia dove

avevamo vinto. Volevo sottrarmi alla calca della

città per un po', riflettere e riposare. Naturalmente,

la spiaggia era deserta a quell'ora, a parte un giovane.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. SPIAGGIA - GIORNO - 36 ESTATI PRIMA

 

Xena sta camminando lungo la spiaggia a piedi nudi, trasportando la sua sacca e gli stivali. Ad una certa distanza, può vedere qualcuno seduto dove l'acqua lambisce la sabbia. Sta per allontanarsi, quando tendendo l'orecchio coglie un suono singhiozzante. Aggrottando la fronte, riprende a dirigersi verso la figura. Mentre si avvicina, riconosciamo lo stesso giovane che partecipava alla corsa. Il ragazzo solleva la testa e, scorgendola, si alza per andarsene.

 

XENA

Aspetta.

 

Lui sembra pensarci e affonda le spalle. Aspetta che lei lo raggiunga. Il suo volto è solcato di lacrime.

 

XENA

(proseguendo)

Tu eri alla corsa, vero?

 

 

RAGAZZO

(tirando su con il naso)

Sì.

 

XENA

Come ti chiami?

 

RAGAZZO

Shabab.

 

XENA

Dov'è il tuo cavallo?

 

SHABAB

Io... l'ho venduto.

 

Xena sospira e sembrerebbe preferire essere in qualunque altro posto.

 

XENA

Perché? Ehi, quanti anni

hai, comunque?

 

SHABAB

Dodici. Ho venduto il mio

cavallo per comprare del cibo.

E un passaggio per casa.

 

XENA

Dov'è casa tua?

 

SHABAB

Al Cairo. C'è la mia famiglia là.

 

XENA

Al Cairo? E la tua famiglia ha

lasciato che un ragazzino come te

viaggiasse fino ad Hajar da solo per

partecipare ad una corsa di mille miglia

attraverso il deserto? Sicuro. Proprio una

bella storiella mi stai raccontando, ragazzo.

 

 

SHABAB

(in tono di sfida)

Nessuno mi ha lasciato fare niente.

Sono scappato due anni fa. Ho sentito

di questa corsa e mendicato passaggi

da una carovana all'altra fino ad arrivare

ad Hajar. Ho lavorato per mesi nelle stalle

di un ricco sceicco. Finalmente l'ho convinto

a pagarmi in parte con uno dei suoi cavalli.

Non era il migliore, ma era un purosangue

arabo. E ho risparmiato abbastanza denaro

per comprarmi un posto nella corsa. E ora...

ora tutto è andato in rovina.

 

Il ragazzo abbassa lo sguardo e il suo intero corpo è scosso da un ultimo singhiozzo. Xena gli stringe la spalla, fruga nella sua sacca, prelevando alcune monete d'oro dal suo premio e gliele porge.

 

XENA

Ascolta ragazzo. Mi dispiace che tu abbia

perso, ma non è la fine del mondo. Ora hai

una grande avventura da raccontare ai tuoi

nipotini un giorno. Hai fatto una bella gara.

Magari quando sarai diventato un uomo,

potrai tornare e riprovarci. Adesso smetti

di piangere e torna a casa dalla tua famiglia.

Là dovrebbero stare i ragazzi della tua età.

 

SHABAB

(tristemente)

Tornerò a casa, ma non posso

tornare dalla mia famiglia.

 

XENA

Perché no?

 

SHABAB

I miei famigliari sono tutti schiavi

al Cairo. Io sono fuggito dal nostro

padrone. E gli schiavi fuggitivi sono

puniti severamente. Io... Io correvo

per vincere, in modo da poter

comprare la libertà dei miei.

 

Xena ha un leggero sobbalzo e la mano le scivola dalla spalla del giovane.

 

XENA

L'intero premio? È un sacco di

soldi per comprare una famiglia.

 

SHABAB

Ho una famiglia numerosa. Fratelli,

sorelle, i miei nonni, mia madre e mio

padre, zii e zie e cugini. In tutto fanno

cinquanta. Il premio sarebbe stato

sufficiente per comprare tutti loro

e un posto dove vivere insieme.

 

Xena gli solleva il mento e lo fissa profondamente negli occhi.

 

XENA

Mi stai dicendo la verità?

 

Shabab annuisce affermativamente e con una mano si apre lentamente la tunica, abbassandosela fino alla vita. Poi si volta per mostrarle la schiena attraversata da segni di frustate rimarginati. Su un braccio porta il tatuaggio che lo marca come schiavo. Si ritira su la veste e la richiude, tornando a voltarsi verso di lei. Xena può leggere la verità nei suoi occhi. Senza parlare, apre la sua sacca e ne estrae l'intera borsa di monete, consegnandogliela.

 

La voce le trema, quando torna a parlare.

 

XENA

(proseguendo)

Buona fortuna con la

tua famiglia, ragazzo.

 

Si gira e se ne va lungo la spiaggia, lasciandosi dietro uno stupefatto Shabab a guardarla allontanarsi.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. ACCAMPAMENTO NEL DESERTO - NOTTE - PRESENTE DI X & G

 

Ancora la stessa notte, la stessa coperta, le stesse stelle. E loro sono sempre distese insieme vicine, parlando.

 

Anche Gabrielle tace stupefatta, limitandosi a fissare Xena. L'orgoglio le brilla negli occhi e lei prende la mano di Xena nella sua stringendogliela.

 

GABRIELLE

Hai penato tanto e hai rinunciato

a tutto, così. Deve essere stato

molto duro per te da fare.

 

XENA

(ridacchiando)

Dentro di me, tremavo come una foglia.

Non riuscivo neanche a ricordare di aver mai

fatto niente di simile prima. Subito dopo mi

sentii molto sollevata. Ma poi venne la notte.

E tutto mi ripiombò addosso come se non

avessi mai lasciato la Grecia. Ero di nuovo

al punto di partenza. Tutto ciò che avevo era

quel poco denaro che mi restava dalla vendita

del mio cavallo... appena sufficiente a pagarmi

la traversata di ritorno sul Mediterraneo.

 

Si lascia cadere sulla schiena, mettendosi le mani dietro la testa. Gabrielle continua a restare adagiata su di un fianco, raggomitolata vicina con una mano posata sulla pancia di Xena.

 

XENA

(proseguendo)

Mi sembrava che nulla fosse cambiato.

Non avevo niente, neanche un cavallo.

Non avevo una casa dove tornare. Mi

piaceva essere una guerriera, ma non

potevo più essere nemmeno quello.

 

GABRIELLE

Che mi dici di Argo?

 

XENA

Oh, già. Dovevo risparmiare tutto

quello che avevo per tornare a casa,

così finii per accamparmi fuori dai

confini della città quella notte.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. CONFINE DI HAJAR - NOTTE - 36 ESTATI PRIMA

 

Xena è seduta su una grossa pietra, attizzando un fuoco. Sente un rumore e rapidamente raccoglie la sua spada e si gira. Dietro di lei c'è Argo, triste quanto può esserlo un cavallo.

 

XENA

Argo?

 

Posa la spada e si alza in piedi, dirigendosi verso la giumenta. Argo le strofina il muso sullo stomaco e manda un sonoro nitrito di rimprovero.

 

XENA

(proseguendo)

Vuoi venire in

Grecia con me?

 

Argo ripete il gesto, emettendo un brontolìo di contentezza.

 

XENA

(proseguendo)

Sei matta, lo sai questo?

 

Argo nitrisce e scuote la testa su e giù. Con una risata, Xena fruga nella sua bisaccia tirandone fuori un sacchetto di avena.

 

XENA

(proseguendo)

Tieni. Me ne è rimasto qualche chicco.

Ce ne procureremo altra domani per il

ritorno in Grecia. Sai, non sarà un viaggio

facile. Guarda cosa è successo la

prima volta che mi hai seguita.

 

Argo le tributa uno sguardo saggio e comincia a masticare la sua avena.

 

DISSOLVENZA INCROCIATA SU:

 

EST. ACCAMPAMENTO NEL DESERTO - NOTTE - PRESENTE DI X & G

 

Stessa notte, stessa coperta, stesse stelle. E loro ancora distese insieme vicine, a chiacchierare.

 

GABRIELLE

(ridendo)

So come si sentiva.

 

Xena carezza la mano di Gabrielle, che è sempre posata sul suo stomaco.

 

XENA

Sì, penso che tu lo sappia.

 

GABRIELLE

Poi, che successe?

Tornasti a casa?

 

Xena resta in silenzio per un lungo momento, fissando le stelle.

 

XENA

(parlando lentamente)

Già. Tornai in Grecia, e me ne andai

in giro per un po', finché vagabondando

giunsi in una certa radura vicino a Potidea.

Il resto, come suol dirsi, è storia.

 

Sorride, ma c'è un accenno di tristezza nei suoi occhi. Gabrielle aggrotta la fronte ed emette un verso interrogativo poco comprensibile. A sua volta si rovescia sul dorso a fissare le stelle. Poi si gira verso Xena e, vedendola deglutire a vuoto, capisce che Xena è consapevole del suo sguardo. Gabrielle torna a guardare le stelle, ma la sua mano striscia sulla coperta fino a incontrare quella di Xena e ad intrecciare le sue dita con quelle di lei. Xena deglutisce di nuovo e lancia un'occhiata in tralice a Gabrielle che sta ancora fissando il cielo, prima di tornare anche lei a fare altrettanto.

 

GABRIELLE

(piano)

Xena?

 

XENA

Hmmm?

 

GABRIELLE

Quando ci incontrammo... e tu ci salvasti

da quei mercanti di schiavi, le tue armi erano

sepolte. Io... me ne sono appena ricordata. Buffo,

come le piccole cose ti ritornino alla mente.

 

XENA

Già. Buffo.

 

GABRIELLE

Xena?

 

Xena fa un profondo respiro, poi lascia andare l'aria lentamente.

 

XENA

Sì?

 

GABRIELLE

Perché avevi sepolto

le tue armi?

 

Xena si rotola sul fianco verso Gabrielle, sempre tenendole la mano.

 

XENA

Non ne avevo più bisogno.

 

 

GABRIELLE

(sussurrando)

Avevi intenzione di

ucciderti, vero?

 

Xena annuisce lievemente.

 

XENA

Io... non ce la facevo più. Non mi era

rimasto niente per cui vivere. Avrei cavalcato

fino a casa per dire addio a mia madre, e le avrei

lasciato Argo. Pensavo di doverle un buon riparo.

 

GABRIELLE

E cosa ti fece cambiare idea?

 

XENA

(tristemente)

Niente all'inizio. Dopo aver ricondotto

te e i tuoi compaesani in salvo a Potidea,

pensai solo che era sciocco viaggiare fino ad

Amphipoli senza armi. Se fossi stata assalita

avrei dovuto sopravvivere abbastanza per portarci

Argo. Ma quando arrivai là, mia madre... c'era così

tanto odio nei suoi occhi che credetti di fare la cosa

giusta. Poi quando seppi che Draco era diretto in

quella direzione e cercai di farli ragionare,

be', hai visto cosa volevano fare.

 

GABRIELLE

Volevano lapidarti. E tu li

avresti lasciati fare, eh?

 

XENA

Si sarebbe trattato di giustizia poetica,

Gabrielle. Credevano che avessi preso

le vite dei loro figli. E avevo sicuramente

gettato vergogna su di loro per anni dopo

Codro. Ma tu... irrompesti là in mezzo e mi

difendesti. Nessuno aveva mai fatto una

cosa del genere. Mi salvasti la vita tre

volte, Gabrielle, quella settimana.

 

GABRIELLE

Tre volte?

 

XENA

La prima volta in quella radura a

Potidea, poi nella taverna di mia

madre e più tardi, quando spuntasti al

mio bivacco dopo lo scontro con Draco.

 

GABRIELLE

Al bivacco? Non capisco.

 

XENA

Dopo la partenza di Draco, l'anziano

del villaggio mi offrì la roba che avevano

messo insieme per Draco e i suoi. Gabrielle,

aveva ancora paura di me. Tutti... avevano ancora

paura di me. E ne avevano ogni diritto, dopo quello

che avevo fatto. Mi vedeva solo come un altro signore

della guerra, proprio come Draco, e voleva rabbonirmi

perché non mi rivoltassi contro di loro. Sembrava che

non ci fosse speranza per me da nessuna parte. Se

Amphipoli non mi voleva, perché avrebbe dovuto

volermi chiunque altro? Così, mi riconciliai con

mia madre e andai ad accamparmi fuori città.

Restai a guardare il sole che tramontava

quella sera, pensando che fosse

l'ultimo tramonto che avrei visto.

 

GABRIELLE

Stavi ancora pensando

di ucciderti? Xena...

 

Si tira su a sedere, avvicinandosi e fissando Xena.

 

XENA

Già. E poi spunta questa ragazzina

scarmigliata, e... tutto cambia.

 

GABRIELLE

Ma come? Io... Xena, tutto quello

che feci fu piombarti tra i piedi e

chiederti di portarmi con te.

 

XENA

Sì, infatti... ma io progettavo di

andarmene agli inferi. Non credo che

avrei potuto portarti con me laggiù, vero?

 

GABRIELLE

N... no.

 

XENA

Gabrielle, quello che tu facesti,

fu credere in me. Quando non

ci credevo io stessa. Tu mi desti

qualcosa per cui vivere... Ciò che

decisi fu che non c'era bisogno che

mi uccidessi subito. Avrei affrontato un

giorno alla volta per vedere cosa succedeva.

 

GABRIELLE

(cautamente)

Quando decidesti

di non ucciderti?

 

XENA

Non saprei dire esattamente quando.

Solo... un giorno, guardai oltre il fuoco

del bivacco e capii che avevo trovato

quell'ispirazione che avevo tanto cercato.

Non aveva più molta importanza dove

andassi, o perfino cosa avrei fatto,

finché l'avessimo fatto insieme.

 

Gabrielle l'attira a sé e la bacia teneramente, poi l'abbraccia forte.

 

GABRIELLE

(piano)

Non l'ho mai saputo.

 

 

XENA

Sei tu il mio eroe, Gabrielle.

Spero che tu lo sappia ormai.

 

Gabrielle comincia a piangere sommessamente e Xena le asciuga le lacrime con tanti piccoli baci.

 

DISSOLVENZA.

 

FINE DELL'ATTO 4


 

EPILOGO

 

APERTURA SU:

 

EST. GIARDINI DEL TEMPIO - GIORNO

 

Xena e Gabrielle si avvicinano ad un tempio, traversano a cavallo il cancello e smontano di sella. I terreni davanti al tempio sono coperti di erba verde e bencurata. I due cavalli subito vi si lasciano cadere rotolandovisi, poi si rialzano sulle zampe e cominciano a divorare quel ben di dio di fronte a loro.

 

GABRIELLE

Come li capisco.

 

XENA

Vorresti rotolarti nuda nell'erba?

 

 

Le sopracciglia di Gabrielle scompaiono sotto la sua frangetta. Xena la sta squadrando lentamente dalla testa ai piedi con un sorriso provocante.

 

GABRIELLE

Aspetta finché troviamo

dell'erba che non circondi

un luogo sacro.

 

XENA

Potremmo fingere di stare

celebrando il rito della fertilità.

È una cerimonia religiosa.

 

GABRIELLE

Considerando che siamo entrambe fertili,

potrebbe rivelarsi una prospettiva pericolosa,

specialmente dato che non sappiamo con

che tipo di dèi abbiamo a che fare qui.

 

Xena sembra rifletterci.

 

XENA

Non hai tutti i torti. Va bene,

finiamo questa cosa e torniamoce

in Grecia dove gli dèi sono...

 

GABRIELLE

... morti, per lo più.

 

Salgono lungo un'alta fila di gradini di pietra.

 

XENA

L'hai con te, vero?

 

Gabrielle accarezza la sua bisaccia.

 

GABRIELLE

Proprio qui dentro.

 

Bussano ad un massiccio portale di cedro a due battenti. Dopo aver atteso e bussato alcune altre volte, le due donne si guardano e con una scrollata di spalle Xena lo spinge aprendolo.

 

STACCO SU:

 

INT. TEMPIO - GIORNO

 

Entrano in una vasta stanza gelida con alti soffitti a volta e pareti e pavimenti di pietra. È illuminata dalla luce di candele e sullo sfondo si sentono rintocchi musicali, uniti al suono sommesso di un canto. L'intero pavimento è coperto di tappetini sui quali sono inginocchiati monaci avvolti in tuniche. Davanti a loro, al centro della stanza, c'è un altare in legno di cedro spoglio. Xena si rischiara la gola e il rumore echeggia per tutto l'ambiente. Tutti i presenti interrompono il canto e si voltano a guardarla.

 

GABRIELLE

Ehm, salve.

 

Uno dei monaci si alza e si fa avanti ad accoglierle, ma senza parlare. Fa un cenno di saluto cortese e indica alcuni tappetini da preghiera accatastati su un tavolo accanto alla parete.

 

XENA

Non siamo qui per pregare.

 

Il monaco aggrotta la fronte e assentisce di nuovo.

 

GABRIELLE

Non parlate?

 

L'uomo scuote la testa negativamente.

 

XENA

Ah. Il voto del silenzio.

Peccato che altra gente non...

 

Gabrielle la fulmina con uno sguardo scandalizzato. Ma Xena non sembra turbata.

 

GABRIELLE

(a Xena)

Comportati bene.

 

 

GABRIELLE

(proseguendo, al monaco)

Vi abbiamo portato questo.

 

Abbassa lo sguardo sulla sua bisaccia e vi fruga dentro, mentre continua a parlare.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Abbiamo pensato che

provenisse da qui.

 

Esibisce il Graal e tutti i monaci, tranne quello già in piedi, immediatamente si fanno intorno a loro in atteggiamento di supplica.

 

MONACO

Voi dovete essere degli angeli, inviati

a riportarci la sacra reliquia.

 

XENA

Non siamo angeli, credimi.

 

GABRIELLE

No. Lo abbiamo avuto da un... amico,

che ci ha chiesto di riportalo qui.

 

Gabrielle fa per consegnarglielo, ma l'uomo si ritrae.

 

MONACO

Vi prego, voi siete state benedette.

Posatelo voi stesse sull'altare. A

noi non è permesso toccarlo.

 

Gabrielle lancia uno sguardo a Xena e fa come richiesto, posando il Graal al centro dell'altare illuminato dalle candele. Poi torna al fianco di Xena.

 

GABRIELLE

Dicevi di non poter parlare.

 

MONACO

Io sono la guida di questi uomini.

Facemmo il voto del silenzio il giorno

che il Graal ci fu portato via. Ora che è

tornato, faremo un periodo di purificazione,

dopo il quale potremo riprendere tutti a parlare.

 

GABRIELLE

Capisco.

 

XENA

Abbiamo anche un paio di

cavalli, se ne avete bisogno.

 

Gabrielle la tira per la manica, trascinandola da una parte per sussurrarle qualcosa all'orecchio.

 

XENA

(proseguendo)

Sei sicura?

 

Gabrielle annuisce e sorride.

 

XENA

(proseguendo)

D'accordo.

(al monaco)

Facciamo un cavallo, se lo volete.

 

MONACO

Vi saremmo molto grati per il dono di un

cavallo. Vi prego, volete unirvi a noi per la

cena? È il minimo che possiamo offrivi,

dopo che ci avete riportato il Graal.

 

XENA

Grazie, ma abbiamo una nave

da prendere tra non molto.

 

MONACO

Come desiderate. Andate in pace,

figlie mie, e possa l'amore di Dio

seguirvi per tutti i vostri giorni.

 

GABRIELLE

Ti ringraziamo.

 

STACCO SU:

 

EST. GIARDINI DEL TEMPIO - GIORNO

 

Xena e Gabrielle escono dal tempio e riscendono lungo la scalinata.

 

XENA

Così lo vuoi tenere, eh?

 

GABRIELLE

Mi ci sono affezionata.

E poi è parecchio che non

possiedo un cavallo mio.

 

 

XENA

Mi sembra giusto. Per Argo sarà

un sospiro di sollievo sapere che

ognuna di noi ha una cavalcatura.

 

Gabrielle finge di accigliarsi e le tira una manata nello stomaco.

 

XENA

(proseguendo)

Uff. Potevi farne a meno di questo.

Allora, come lo chiamerai?

 

GABRIELLE

Ci ho riflettuto

sopra. Giacinto.

 

XENA

Giacinto? Davvero vorresti dargli

il nome del fratello di Corilo?

 

GABRIELLE

No, scherzavo. Lo chiamerò Giasone,

come Giasone degli Argonauti. Sai,

Giasone ed Argo. Suonano bene

insieme, non è vero?

 

XENA

Vero. Mi piace.

 

Salutano l'altro cavallo e, preso Giasone, le due donne lasciano le terre del tempio.

 

STACCO SU:

 

EST. DESERTO - GIORNO

 

Xena passa un braccio intorno alle spalle di Gabrielle, mentre camminano sulla sabbia rocciosa.

 

XENA

Mi farà piacere presentare Giasone

alla figlia della mia prima Argo.

 

GABRIELLE

Forse è tempo che incontri una

piccola parte della sua eredità.

 

XENA

Sì. Sarà bello. Sembra che siamo

di nuovo una famiglia con due cavalli.

 

GABRIELLE

Shhhh. Non pronunciare la parola

"famiglia" così vicino al tempio.

Ancora non sappiamo del loro

dio e come la pensa sulla fertilità.

 

XENA

Sono tutti uomini, Gabrielle.

Credo che possiamo dire con una

certa sicurezza che la fertilità non è

una parte importante della loro fede.

 

 

GABRIELLE

Giusto.

 

Scoppiano a ridere tutte e due.

 

GABRIELLE

(proseguendo)

Allora, dove andremo ora? Sei pronta

a salire su quella nave per casa?

 

XENA

Per me non ha importanza, Gabrielle,

finché sarò accanto a te. È già molto

tempo che io sono a casa.

 

Gabrielle appare profondamente commossa. Si ferma e prende la mano di Xena, intrecciando le loro dita insieme. E si allontanano così verso il tramonto, mano nella mano, parlando, mentre in distanza sembra quasi di vedere la figura di un cavallo dal manto dorato che cavalca libero nel vento del deserto.

 

 

DISSOLVENZA.

 

DISCLAIMER

Né sabbia né sole sono stati danneggiati durante la realizzazione di questo episodio.

Tuttavia a tutt'oggi non vi è ancora traccia di risacca.